La scomparsa di Peter Brook
È morto a 97 anni Peter Brook, maestro del teatro contemporaneo
È morto a 97 anni Peter Brook, regista britannico tra i punti di riferimento del mondo teatrale tra Novecento e panorama contemporaneo. A dare l’annuncio della scomparsa del regista, avvenuta sabato 2 luglio, il quotidiano francese “Le Monde”.
Nato a Londra nel 1925, il regista teatrale e cinematografico inglese ha esordito nella regia teatrale con il Doctor Faustus di Marlowe (1943), rivelandosi acuto interprete del teatro di Shakespeare: Pene d'amor perdute (1946), Re Lear (1962), La tempesta (1968), Sogno di una notte di mezza estate (1970), Antonio e Cleopatra (1978).
Direttore della London's Royal Opera House (1947-50) e dal 1962 della Royal Shakespeare Company, ha affiancato al repertorio tradizionale opere moderne e lavori sperimentali, recependo in particolare la lezione di Antonin Artaud. Nel 1970 ha fondato a Parigi il Centre international de création théâtrale – ospitato presso il Théâtre des Bouffes du Nord, un vecchio teatro da lui ristrutturato – dove, sotto l'influenza di Jerzy Grotowski e del Living Theatre di Julian Beck e Judith Malina, Peter Brook ha sperimentato le possibili applicazioni teatrali di un linguaggio non significante, improvvisato e massimamente gestualizzato.
Un percorso nel quale si possono ricordare, tra le altre, le messe in scena di Marat/Sade di Peter Weiss nel 1964, Les Paravents di Jean Genet di due anni dopo, fino al Mahabharata del 1985 – proposto in versione cinematografica nel 1989 – imponente affresco drammaturgico che rappresenta una sorta di summa della poetica teatrale del regista britannico: nove ore di spettacolo sulla storia epica indiana rappresentata con una lettura che attinge alle radici espressive del teatro, dall’arte attoriale al canto, il tutto filtrato dalla ricerca di una pregnante semplicità.
Attivo, appunto, anche sul versante cinematografico, Brook ha innestato rimandi teatrali anche in quest’ambito come, per esempio, nel caso de La tragédie de Carmen (1983) declinando in tre diverse versioni cinematografiche lo stesso spettacolo teatrale, una per ciascuna delle tre interpreti che si sono alternate nel ruolo della protagonista, trasformando l'intero spazio del teatro – lo stesso Théâtre des Bouffes du Nord – in un unico spazio scenico.
Autore anche di libri come il fondamentale The Empty Space – pubblicato in edizione italiana con il titolo Il teatro e il suo spazio (Feltrinelli, 1968) – dell’impegno di Peter Brook sul fronte del teatro lirico ricordiamo, tra le tante e significative interpretazioni, il Don Giovanni di Mozart presentato al Festival d'Aix-en-Provence nel luglio del 1998, con due compagnie di cantanti-attori, dirette in alternanza da Claudio Abbado e Daniel Harding.
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