Al Centro d'Arte di Padova riparte Musica da camera
La rassegna in streaming del Centro d'Arte di Padova riparte il 30 giugno, fino a fine agosto, con nuovi appuntamenti da Rob Mazurek a Paal Nilssen-Love
Due concerti a settimana, ogni martedì e venerdì. Il primo il 20 marzo, quando ancora a parlare di fase due si passava per matti, l'ultimo in programma a fine agosto. Cinque mesi abbondanti di eventi in streaming (alla fine saranno 47), a scandire le tappe di un vero e proprio festival: Musica da Camera, che il Centro d'Arte di Padova ha pensato, allestito e curato come “diario di creatività quotidiana”.
Un'esperienza unica nel suo genere. Non tanto per il format scelto, diventato ben presto moneta ufficiale in tempi di palchi vietati, ma per la tempestività con la quale si è deciso di dare forma e sostanza a un'alternativa credibile alla normale programmazione (troncata quando al traguardo mancavano la bellezza di 11 appuntamenti), per la ferma volontà di garantire agli artisti un ritorno in termini economici (distinguo non da poco) e ovviamente per la qualità della proposta. Da Tim Berne a Mats Gustafsson, da Elliott Sharp a Ingrid Laubrock, da Fabrizio Puglisi a Paolo Botti, da Susana Santos Silva a Marta Raviglia, Silvia Bolognesi e Francesco Bigoni, di musica buona ne è passata parecchia sotto i ponti di Padova da quando è scattato il coprifuoco.
Tutto documentato e trasformato in tempo reale in un archivio permanente consultabile sulle pagine Facebook e Vimeo e sul sito del Centro d'Arte. A raccontare (curiosamente ma non troppo) anche il modo in cui ciascun musicista ha deciso di misurarsi con lo spazio virtuale a disposizione tra il play e lo stop. Non solo inquadratura fissa e via suonare, insomma. C'è chi ha scelto ad esempio di dividere lo schermo in quattro moltiplicando i punti di vista e le voci, chi ha giocato con le dissolvenze e le messe a fuoco, chi ha allestito un vero e proprio set per un corto sperimentale, chi si è cimentato con le infinite possibilità della post-produzione e chi si è buttato sul situazionismo esibendosi tra fornelli, taglieri e pignatte. A ciascuno la sua musica da camera.
E non è finita. Il festival come detto tira dritto fino a fine agosto, con una serie di date già fissate e altre ancora da confermare. Ripartenza in settimana (martedì 30 giugno, sempre alle 19) con Federica Michisanti, contrabbassista romana fresca di bis con il suo Horn Trio (con Francesco Bigoni al clarinetto e Francesco Lento alla tromba), arrivato al traguardo del disco numero due con il recentissimo Jeux de couleurs (Parco della Musica Records).
Venerdì 3 luglio spazio poi al trombettista Rob Mazurek, che da Padova è passato a fine gennaio con Mats Gustafsson e David Grubbs per un concerto memorabile del trio The Underflow e che invierà il suo contributo direttamente da Marfa (Texas). Quindi un tris di sassofonisti: martedì 7 Beppe Scardino, venerdì 10 Chris Speed, tra gli amici più amici del Centro d'Arte, e martedì 14 Laura Agnusdei.
In coda per il resto dell'estate il sassofonista Piero Bittolo Bon, Mai Mai Mai (al secolo Toni Cutrone), il clarinettista Alberto Collodel, l'avventurosa Tomoko Sauvage, la cantante Jen Shyu, la stella ormai non più nascente Mette Rasmussen, il vibrafonista Pasquale Mirra e il batterista Paal Nilssen-Love.
Poi, ad autunno inoltrato, si tornerà anche alla dimensione live, con un omaggio ai cento anni di Bruno Maderna che va ancora rifinito e definito nei tempi e nei modi. Nel frattempo l'idea è quella di aprire i forzieri dell'archivio storico, che parte dagli anni Settanta e contiene decine di perle rare, e di lavorare a una serie di podcast tematici. Dentro e fuori la camera, resistere per ripartire.
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