Premio Loano: vince Elena Ledda
Gastone Pietrucci Premio alla Carriera, Premio Realtà Culturale ai Trouveur Valdotèn, e debutta il Premio Giovani
Si terrà dal 23 al 27 luglio a Loano, per la quattordicesima volta, il Premio Nazionale Città di Loano per la Musica Tradizionale Italiana, il più importante riconoscimento in Italia per la musica folk: il tema dell'anno è "riGenerazioni", ovvero quei processi che permettono a una cultura o a una musica di passare dai padri ai figli, di sopravvivere e mutare.
Il programma sarà annunciato presto; sono intanto stati resi noti i nomi dei vincitori.
Il disco più votato dalla giuria critica (che comprende oltre 60 giornalisti specializzati) è stato Làntias di Elena Ledda (S'Ard Music).
Debutta anche, per il 2018, il Premio Giovani, voluto dalla nuova direzione artistica, a cura di Jacopo Tomatis: il disco più votato nella categoria (riservata agli under 35 con meno di due opere all'attivo) è risultato La muta vita, delle Lame da barba.
L'organizzazione del Premio Loano attribuisce anche due premi a personalità di spicco della scena folk. Il Premio alla Carriera è andato a Gastone Pietrucci e La Macina, nel cinquantesimo anniversario dalla nascita del gruppo. Questa la motivazione:
Ricerca e riproposta, tradizione e creazione si frantumano e mescolano fino a diventare indistinguibili sotto la forza antica della Macina, Gruppo di Ricerca e Canto Popolare Marchigiano fondato da Gastone Pietrucci nel 1968, cinquant’anni fa esatti. Da allora, da quell’“altro” sessantotto, Gastone e la sua Macina hanno attraversato da protagonisti la musica italiana, proseguendo l’attività di ricerca sulla tradizione popolare delle Marche e portandola sui palchi della canzone d’autore (con gli album Aedo malinconico ed ardente), del rock (grazie alla collaborazione con i Gang) e perfino della musica classica e del jazz, sempre nel segno del confronto e dello scambio tra generazioni e linguaggi diversi.
Il Premio alla Realtà Culturale è invece stato assegnato ai Trouveur Valdotèn:
Attivi dalla fine degli anni Settanta, ricercatori e musicisti, operatori culturali e organizzatori di eventi (ad esempio con il festival Ététrad, punto di riferimento nel suo genere), i “trovatori valdostani” sono uno dei migliori esempi di come le modalità di trasmissione dei saperi della cultura popolare sopravvivano e mutino nella società contemporanea. Dai genitori ai figli, da Liliana Bertolo e Alessandro Boniface ai due fratelli Rémy e Vincent, il nome dei Trouveur Valdotèn è passato da una generazione all’altra, e la loro musica, partendo dalla piccola Val d’Aosta, si è resa disponibile per altre musiche e altri suoni, in innumerevoli progetti (L’Orage, Toc Toc Toc, Abnova, Estremìa, Pitularita…).
Questa la classifica dei dischi più votati.
La classifica del Premio al miglior Album 2017
1° posto
Làntias(S’Ard Music) – Elena Ledda
2° posto
Canti, ballate e ipocondrie d’ammore (Squilibri) – Canio Loguercio e Alessandro D’Alessandro
3° posto
Canzoniere (Ponderosa) – Canzoniere Grecanico Salentino
4° posto
U fujutu su nesci chi fa? (Urtovox) – Cesare Basile
Come un albero d’inverno(Visage Music) – Luisa Cottifogli
6° posto
Cuttuni e lamé (Finisterre) – Eleonora Bordonaro
Perle d’Appennino(Visage music) – Maurizio Geri
8° posto
Bella una serpe con le spoglie d’oro(Squilibri) – Marco Rovelli
9° posto
Ed un pensiero ribelle in cor ci sta! Due secoli di storia d'Italia cantata(Nota Records)
Giovanna Marini / Coro Inni e canti di lotta / Banda della scuola popolare di musica di Testaccio
10° posto
40 gir 1977-2017(Felmay) – Tre Martelli
Se hai letto questa news, ti potrebbero interessare anche
La rassegna chiude con Scotch Rolex e la percussionista sud-coreana Shin Hyo Jin
Fino al 21 ottobre a Genova la trentaduesima edizione del Festival del Mediterraneo