Giovanni Gabrieli tra filologia e prassi contemporanea
Gabrieli for Brass, la Royal Academy of Music di Londra e la Juilliard School di New York insieme per un disco dedicato al compositore veneziano
Questo Gabrieli for Brass è nato dalla consolidata collaborazione tra due prestigiose istituzioni situate sulle sponde opposte dell’Oceano Atlantico: la Royal Academy of Music di Londra e la Juilliard School di New York.
Anche se esistono molte incisioni delle musiche di Giovanni Gabrieli, questa si distingue dalle altre per la ricerca di un punto di equilibrio e di mediazione tra due tradizioni e scuole di pensiero, quella della ricerca filologica della performance storicamente informata e quella della prassi orchestrale moderna. Solo per fare un esempio, nonostante il diapason dell’epoca a Venezia fosse più alto, è stato scelto quello attuale di 440 Hz pur mantenendo il temperamento storico mesotonico del quarto di comma.
Il rettore della Royal Academy of Music, nel testo di presentazione contenuto nel libretto del cd, ricordando le parole del viaggiatore inglese Thomas Coryat che visitò Venezia nel 1608 e affermò di aver sentito «la migliore musica che io abbia mai ascoltato durante tutta la mia vita», parla di una “terza via” sperimentata da musicisti di origine americana, britannica, colombiana, cinese, spagnola, francese e italiana delle due istituzioni, grazie al talento e all’esperienza del trombettista Reinhold Friedrick che li ha diretti.
Le tredici composizioni di Gabrieli provengono prevalentemente da due principali raccolte, Sacrae Symphoniae (1597) e Canzoni et sonate (1615), e comprendono anche le innovative e originali “Sonata pian e forte a 8” e “Sonata XXI con tre violini”, e la grandiosa “Sonata XX a 22”, ma tranne una canzona di Frescobaldi le altre cinque composizioni sono di autori meno noti, come Tiburtio Massaino (ca. 1550-1609), Lodovico da Viadana (ca. 1560-1627), Pietro Lappi (ca. 1575-1630), Giovanni Battista Buonamente (ca. 1595-1642) e Cesario Gussago attivo tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento. Il primo, originario di Cremona, operò come maestro di cappella e cantore in diversi luoghi, tra cui Roma, Salisburgo e Piacenza; il secondo fu maestro di cappella a Mantova, poi a Cremona e altrove; il terzo, fiorentino, svolse l’attività di maestro di cappella a Brescia; il quarto nato a Mantova, fu attivo principalmente come violinista a Vienna, Bergamo e Parma; e il quinto fu organista a Brescia.
La formazione dei ventidue giovani musicisti, eccetto l’organo è composta esclusivamente da trombe e tromboni che esaltano la policoralità della scuola veneziana. Questa risuona bene nell’acustica della chiesa londinese di St. Jude-on-the-Hill dove sono state registrate le sonate e le canzoni per strumenti con la consueta e proverbiale cura che distingue la piccola e indipendente compagnia discografica scozzese.