Igor Lumpert, urban jazz dalla Slovenia a NY
Igor Lumpert & Innertextures per un disco Clean Feed che racconta la vivacità del jazz sloveno
Per essere una nazione la cui superficie è più piccola di quella dell’Emilia Romagna, la Slovenia sta esprimendo in questi ultimissimi anni un’interessante varietà di giovani musicisti legati ai linguaggi più coraggiosi del jazz di oggi.
Merito della feconda trasversalità che è una delle chiavi di lettura del jazz europeo di oggi, merito anche della eccellente programmazione di un Festival come quello di Ljubljana (di cui vi abbiamo parlato qui), che non solo propone scenari avventurosi, ma che anche ha suggerito e favorito incontri e scambi con artisti di altre geografie.
La pianista Kaja Draksler, il batterista Dre Hočevar, così come il sassofonista Cene Resnik, lo scenografico batterista/violoncellista Kristijan Krajnčan o il pianista Bowrain sono alcuni dei nomi che si stanno facendo conoscere anche al di fuori dei confini nazionali, così come nel caso del più conosciuto sassofonista Igor Lumpert, che giovanissimo non è (ha superato i quarant’anni) e che ormai da tempo si è trasferito a New York.
Il suo nuovo disco per la Clean Feed, Eleven, lo vede a capo di una versione espansa del trio Innertextures, formazione in cui ora troviamo il sax alto di Greg Ward (lo ricorderete forse, originalissimo, nel quartetto di Mike Reed), il contrabbassista Chris Tordini e il batterista Kenny Grohowski, oltre all’apporto in alcuni brani di Jonathan Finlayson alla tromba e John Ellis al clarinetto basso.
Le tensioni post-bop della Grande Mela, le obliquità del melodiare folk, ma anche una originale brillantezza funk sono gli ingredienti di un disco che brulica di idee e energie, non raramente esplosivo ritmicamente sotto le linee oblique dei fiati. Amanti dell’urban-jazz più sofisticato, questo disco fa al caso vostro!