Enciclopedia dell'imprevedibile

Arto Lindsay con Marc Ribot a Monfortinjazz

Recensione
pop
Monfortinjazz Monforte
12 Luglio 2014
Imprevedibile, eppure prevedibilissimo: Arto Lindsay passa in Italia per un pugno di date in presentazione del suo [i]Encyclopedia of Arto[/i] (Ponderosa Music: ne abbiamo parlato sul gdm 315), con la sua band e il lusso di Marc Ribot special guest alla chitarra. La prima data italiana del gruppo è quella di Monfortinjazz, nel magnifico Auditorium Horszowski, open air fra le colline delle Langhe, in un’atmosfera (purtroppo) non propriamente estiva. La pioggia, comunque, concede una tregua – meno l’umidità (Lindsay litigherà per tutto il concerto con il telo di plastica steso sotto i suoi effetti per isolarli dal suolo…). Si diceva: prevedibile, prevedibilissimo. Ingresso secco con serie di strappi sulla chitarra, ad alto volume. Ampia selezione dall'"enciclopedia" – che è anche un florilegio di ritmi da tutto il Brasile, e di invenzione melodica. Band solidissima e affiatata – retta dal basso di Melvin Gibbs, virtuoso discreto cui è delegata la quasi totalità della base armonica. Lindsay "gratta" la solita dodici corde nel suo solito stile, ora in momentaneo supporto alla ritmica, ora suonando "contro" i suoi accompagnatori, aprendo spazi in solo, deviando continuamente il flusso della musica. Anche per questo uno dei momenti più alti della serata coincide con l’arrivo di Ribot sul palco, oltre la metà della scaletta. I due si ritagliano un breve momento in dialogo (compreso uno standard: "Let’s Get Lost") che è la sintesi di un approccio "obliquo" alla chitarra, che – pur nella diversità dei percorsi e degli stili – ha nella coppia di newyorkesi due fra i massimi rappresentanti. L’ironia, il gesto fisico, il "piacere" del rumore, ma anche la metodica serietà nello scartare da ogni passaggio obbligato dalla tecnica e dai limiti tecnici dello strumento: avanguardia ormai "di maniera", per certi versi, ma che rimane prevedibile solo nella sua continua capacità di stupirci. E con questa consapevolezza, anche quando non tutto fila liscio (qualche sbavatura nell’incastro di Ribot con la band si avverte eccome), è il piacere dell’avventura a salvare la giornata.

Interpreti: Arto Lindsay: chitarra, voce; Marc Ribot: chitarra; Melvin Gibbs: basso elettrico; Marivaldo Paim: percussioni; Paul Wilson: tastiere; Kassa Overall: batteria.

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