Silenzioso, come il canto
La sesta edizione del Festival del Canto Spontaneo, fra Venezia, Udine e la Carnia
Recensione
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"Verso il silenzio" è il sottotitolo della sesta edizione del Festival del Canto Spontaneo, organizzato dall’Associazione Furclap di Udine, che si è svolto tra Venezia, Udine e la Carnia, nell’alto Friuli, dal 4 al 6 ottobre. Un "silenzio" che suggerisce, nella declinazione delle giornate, una possibile strada verso il tempo della riflessione e della meditazione, inserito nella lentezza della tradizione del canto spontaneo, pratica arcaica vocale delle aree montane, che nell’alto Friuli ha trovato particolare diffusione nella liturgia popolare con la sua forma caratteristica di canto a due voci, in relazione di terza. Voci di gola, voci femminili, come quelle del Trio di Givijano (Givigliana) da cui il festival trae ispirazione, voci che cantano in lingua friulana o latina, un latino alterato dalla trasmissione orale, mantenuto nel tempo nonostante l’incidenza della norma di prescrizione del Concilio Vaticano II. A partire dalla nascita e il declino di Venezia, temi della performance inaugurale al Teatro Kolbe di Mestre dal titolo “I suoni di Venezia”, il silenzio è stato la costante negli interventi musicologici delle studiose Magda Minotti e Stefania Colafranceschi al Museo Etnografico del Friuli di Udine, mentre di cantorie e di canto patriarchino di tradizione orale si è parlato con Pier Franco Midali e David di Paoli Paulovich al Museo di Civiltà Contadina di Farra d’Isonzo (Go).
È stata invece la croce di Lorena, usata nelle processioni rogazionali carniche, il simbolo della giornata conclusiva, che a Givigliana ha accolto i convenuti con le voci della dell’Onoranda Compagnia dei Cantori di Cercivento, del gruppo di canterine Las Puemas di une voote (nella foto) e con il concerto conclusivo della cantante Barbara Zanoni in duo con il chitarrista croato Predrag Mariç.
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