Time in Jazz 2 | Differenze e punti di forza
Il nuovo trio di Paolo Fresu e il piano solo di Antonello Salis
Recensione
jazz
Non si può negare che per raggiungere il parco eolico “sa turrina manna” di Tula ci sia voluto un discreto impegno. Tra ponti strettissimi e viuzze a senso unico i più volenterosi preparavano le loro macchine fotografiche per il concerto in pianoforte solo di Antonello Salis. Il pianista ha stupito come sempre per la sua spontaneità ritmica e per la capacità di trattare il pianoforte come oggetto sonoro oltre che come strumento. Ed ecco allora che sulla cordiera compaiono scatole di latta, bacchette di legno e altri piccoli oggetti, ad ampliare la tavolozza sonora di questa mosca bianca del jazz nostrano. Salis ha poi concluso la performance con una libera improvvisazione alla fisarmonica, di cui è senz'altro uno degli interpreti più originali di sempre. Nella piazza del paese invece il pubblico attendeva la nuova formazione di Paolo Fresu che vede il cubano Omar Sosa al piano e l'indiano Trilok Gurtu alle percussioni. Il trio trova un'intesa particolarmente intensa nei momenti di apertura totale delle forme, quando i brani diventano terreno comune della libera espressione. È stato il caso di “S'inguldu”, prima traccia di [i]Alma[/i]. Venti minuti in cui il trio ha intessuto un dialogo serrato, ricco di spunti assolutamente liberi da ogni categorizzazione di genere, incorniciati dal tema del brano. Un concerto che ha mostrato al pubblico del festival come il jazz odierno renda le differenze estetico-culturali un punto di forza.
Interpreti: Antonello Salis (pf, oggetti). Paolo Fresu (tr, fl, live electronics); Omar Sosa (pf, live electronics); Trilok Gurtu (batt, percussioni)
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