Il suono scandinavo intorno alla dea nera
The Cherry Thing e Survival Unit III al Festival d'improvvisazione A L'ARME di Berlino
Recensione
jazz
Impossibile non dedicare il racconto dei primi due giorni del festival berlinese A L'ARME all'incontro sublime di The Thing con Neneh Cherry. “The Cherry Thing” si candida senza troppo sforzo a essere l'evento jazz dell'anno, e il concerto non tradisce le aspettative del disco da poco uscito (non è un buon segno davvero che il tour europeo non sia stato ospitato in Italia). Il trio scandinavo ha definito da tempo uno stile inconfondibile, in cui il vocabolario del free jazz diventa qualcosa di diverso: le emissioni torrenziali e i riff potenti di Gustafsson, la massa sonora nitida e imponente della sezione ritmica sono impiegati al servizio di strutture lineari, definite, capaci di appropriarsi di ogni sorta di materiale tematico. In una parola: è world music, e l'incontro con Cherry sembra l'approdo ideale ed esplicito di questa tendenza. L'apparizione di Neneh sul palco, col suo grido che irrompe nel magma sonoro, è emozionante; da qui in poi la voce si muove liberamente, come lei sul palco, aprendo spazi tra pop, spoken words e regressioni a profondità ancestrali insieme al resto del gruppo. La vocazione a una "universal music" dei quattro è evidente del resto nella scelta dei pezzi: dalla hit “Dream Baby Dream” dei Suicide a materiale hip hop, dagli Stooges a Blasé e a “What Reason Could I Give” di Ornette; e non poteva mancare Don Cherry, forse il nume tutelare di tutta l'impresa, non a caso con un pezzo orientale, una splendida versione di “Golden Heart”.
Almeno un accenno a un altro grande concerto, quello della Survival Unit III: Joe McPhee ha sviluppato alla tromba un'arte asciugata, astratta, che si interseca con naturalezza col vertiginoso tessuto sonoro, quasi organico, di Lonberg-Holm e Zerang. Un'altra epifania, di quelle che non capitano spesso.
Interpreti: The Cherry Thing: Neneh Cherry, voce; Mats Gustafsson, sax baritono, contralto, elettronica; Ingebrigt Håker Flaten, basso elettrico, contrabbasso; Paal Nilssen-Love, batteria. Survival Unit III: Joe McPhee, sax tenore, tromba tascabile; Fred Lonberg-Holm, violoncello, elettronica, chitarra elettrica; Michael Zerang, batteria e percussioni.
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