Linguaggi di Rova
A Torino l'unico passaggio italiano del Rova Saxophone Quartet

Recensione
jazz
Il penultimo appuntamento della rassegna “Linguaggi Jazz”, giunta alla quattordicesima edizione, coincide con la tappa finale (l'unica in Italia) del tour europeo del Rova Saxophone Quartet. Formatosi a San Francisco nel 1977 (dal 1988 con l'attuale formazione, dopo l'ingresso di Steve Adams al posto di Andrew Voigt), Rova non è solo - insieme al World Saxophone Quartet - il più importante e prolifico ensemble di sassofoni: è un vero e proprio collettivo (Rova:Arts) di artisti, educatori ed agitatori culturali, attivissimi ormai da più di trent'anni su tutto il territorio della Bay Area e non solo. I membri del quartetto, benchè tutti validissimi polistrumentisti, si presentano con uno strumento a testa: Bruce Ackley al soprano, Steve Adams all'alto, Larry Ochs al tenore e Jon Raskin al baritono. In scaletta brani vecchi, una trascrizione da Zorn (cui il quartetto ha recentemente dedicato un album) e due brani tratti dal nuovissimo [i]A short history[/i] (Jazzwerkstatt 2012): “The blocks”, di Adams, e la terza parte (dedicata a Morton Feldman, mentre le prime due sono rispettivamente ispirate da Giacinto Scelsi e Cecil Taylor) della suite “Certain Space”, composta da Ochs.
Al di là dello straordinario interplay tra i quattro musicisti, capaci di alternarsi coerentemente e continuativamente nel ruolo di conductors (molto spesso dando luogo a veri e propri “duelli” improvvisativi), colpiscono anche le indubbie doti individuali: a partire dall'incredibile padronanza del registro sovracuto e degli armonici da parte di Ackley, ai multiphonics di Ochs, spesso lasciato libero di compiere vere e proprie incursioni sonore, al lirismo senza miele del suono vibratoless di Adams, all'instancabile lavoro ritmico di Raskin. Un caleidoscopio timbrico sempre in evoluzione, che esplora ed estende i confini espressivi di uno strumento che, come ha ricordato Jean-Marie Londeix (uno dei pochi capiscuola del sax “eurocolto” ad aver compreso la lezione del jazz e delle musiche “altre”), “è in grado come pochi altri di esprimere i più estremi aspetti della condizione umana”.
Interpreti: Bruce Ackley: sax soprano; Steve Adams: sax alto;Larry Ochs: sax tenore; Jon Raskin: sax baritono
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