Via dolorosa del mondo
In "Exeredati Mundi" Avitabile (con orchestra e coro) canta gli ultimi
Recensione
world
Il monumentale edificio che incarna l’utopia di Carlo III di Borbone di un ricovero per i poveri del Regno è luogo simbolico, e il suo Cortile Quadrato è ambientazione indovinata per la cantata scenica, scritta da Enzo Avitabile, che ha chiuso la prima fase dell’edizione numero quattro del Napoli Teatro Festival Italia. L’opera per orchestra, coro e voce recitante, espressione di profonda religiosità laica e riflessione sulla marginalità sociale da tempo intraprese dal compositore-sassofonista, configura le quattordici sequenze dell’itinerario liturgico-devozionale della Via Crucis, e una conclusiva Via Lucis che lascia intravedere una possibilità di riscatto per i "nisciuno" del mondo, gli "out of sight" – per dirla con James Brown, caro ad Avitabile – che sono i protagonisti del lavoro. Nella sua messinscena il musicista utilizza il profilo canonico della cantata, ma come è anche prerogativa della sua rilettura delle forme della tradizione orale, accosta liberamente senza forzature elementi del linguaggio musicale di matrice world. Pagine descrittive, passaggi austeri e solenni. La voce riprende testi tratti da precedenti lavori (“Tutt’egual song’ ‘e criature”, “È nnato”, “‘A Peste”, “Requiem pe nisciuno”, “Crucifixus”): immagini dure, serrate, lapidarie, laceranti che invitano alla riflessione; la voce guida i singoli episodi o interagisce con l’orchestra. Tra corpi e anime di diseredati, parla Gerardo, operaio emigrato, vittima di morte bianca. La voce va sul ritmo nella quinta stazione: “Tambur ‘ a niro” che ricorda la strage camorristica di giovani africani a Castelvolturno. Il timbro vocale è scuro, assume colori soul, come un predicatore il musicista abbandona il suo raccoglimento per dare sfogo alla sua indole ritmica. Il pizzicato degli archi esalta la stazione 7, emoziona il recitativo in aramaico che si fonde col napoletano: "Elì, Elì lemà sabàctani...Pate, Pate pecché m'he abbandunato", il coro sottolinea le sequenze più tormentante di questa Via Crucis prima dell’angolo di speranza finale. Per settantacinque minuti i povericristi fanno la Storia; il pubblico accoglie con sinceri applausi.
Note: Cantata scenica in 15 stazioni per Coro, Orchestra sinfonica e Voce recitante
Interpreti: Enzo Avitabile (voce) Orchestra sinfonica e Coro Nova Amadeus
Orchestra: Nova Amadeus
Direttore: Gabriele Di Iorio
Coro: Nova Amadeus
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