Happy feet: i groove di Omer Avital

Il quintetto del contrabbassista di origini israeliane cattura la platea di Jazz in Eden

Recensione
jazz
Jazz in Eden Brescia
13 Dicembre 2011
A chi pensava che la moderna scena dell’improvvisazione d’oltreoceano s’incarnasse esclusivamente nelle musiche sofisticate di giovani avanguardie newyorchesi, ospitate da esot(er)ici downtown club, l’esibizione del quintetto del nondimeno giovane Omer Avital ha ribadito invece che far battere il piede a tempo resta prerogativa ineludibile di una certa idea di jazz. Oltre che uno dei mezzi più efficaci per conquistarsi il plauso della platea. "Modern soul of ancient man" è il primo titolo del set che dice subito tutto: introduzione di una solida ritmica che intesse riff contagiosi, di frequente su pedali armonici, dove si stagliano le sostenute improvvisazioni di tromba e sax, passando, di ostinato in ostinato, da un latin ad uno straight, da uno shuffle ad uno swing, senza soluzione di continuità. La line-up è figlia del migliore hard bop, con un chiaro feeling à la Horace Silver, ma senza le costruzioni formali del pianista-architetto. Se ne fanno interpreti la virtuosa front line Avishai Cohen-Joel Frahm e la second line condotta dal contrabbasso del leader, capace, oltre che di drive, di far davvero cantare le quattro corde, esplorandone ogni risorsa: glissandi, arpeggi, fraseggi ad accordi, pulsazioni puntillistiche. Non sono da meno la batteria di Johnathan Blake ed il piano di Jason Lindner, solista originale quanto percussivo. Qua e là fanno capolino impressioni timbriche e colori mediorientali, più suggestivi che strutturali, finalmente animati dal dialogo dei due fiati, anche se il tono generale cambia davvero poco. Ed il commiato, affidato alla blueseggiante introduzione del basso, con tanto di clapping in sala, non lascia dubbi, seppure ne fossero sorti, sulla poetica della performance: chi desiderasse altro si rivolga altrove, esotericamente.

Interpreti: Avishai Cohen, tromba; Joel Frahm, sax; Jason Lindner, piano; Omer Avital, contrabbasso; Johnathan Blake, batteria

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