Silenzio in sala
Anna Calvi conquista il pubblico nel suo concerto milanese
Recensione
pop
Questo 20 ottobre 2011 passerà ai miei personalissimi annali come una serata ricca di sorprese positive. Tanto per cominciare il palco disposto lateralmente nell’ampio salone dell’Alcatraz milanese, che dapprima desta un po’ di perplessità e a fine concerto invece si affermerà come funzionale all’ottima resa dell’ottimo impianto curato dall’ottimo fonico inglese. La seconda sorpresa me la fanno i François and the Atlas Mountains, band di Bordeaux che annuncia di aver guidato quattordici ore per arrivare a Milano e aprire il concerto di Anna Calvi. Quartetto strambo, con percussioni e poliritmie africane, balletti che fanno sorridere e un’attitudine che cattura dopo quattro battute. Sarà il primo gruppo di lingua non inglese a pubblicare per la prestigiosa Domino Records e credo che nella mezz’ora di concerto si siano conquistati tre quarti della platea. Cambio palco e terza sorpresa. Anna Calvi di rosso vestita non ha il fisico statuario che ci si potrebbe immaginare, facendo uno scontato abbinamento timbro vocale-aspetto fisico, ma ha lineamenti quasi mefistofelici che incutono timore e rispetto. Insomma. Questo scricciolo di donna fa quattro note desertiche sulla sua Telecaster e subito l’Alcatraz piomba in un silenzio ipnotico come raramente ho visto a un concerto di rock and roll. Concerto che scorre senza cali di tensione, con brani del suo disco di esordio alternati a brani che immagino faranno parte del prossimo lavoro. Formazione minimale, chitarra-voce, un batterista dalle dinamiche in pianissimo soprendenti, una percussionista tuttofare che colora con un vecchio harmonium a mantice i brani più pieni. Alcuni dicono non sia niente di nuovo. Altri storcono il naso di fronte alle derive morriconiane del sound. Io, nel mio piccolo, ho visto un talento purissimo.
Interpreti: Francois and The Atlas Mountains Anna Calvi
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