Materia ed energia
A Pavia per la rassegna Dialoghi il duo Vijay Iyer - Rudresh Mahanthappa
Recensione
jazz
A volte un materiale ruvido e grezzo può essere un'incredibile fonte di ispirazione. E se maneggiato sapientemente può dar luogo a risultati sorprendenti e inaspettati. È quello che succede a Rudresh Mahanthappa e a Vijay Iyer, esponenti di punta della scena di Brooklyn, che da alcuni anni stanno proponendo un originale sintesi di idee e concetti provenienti dal jazz e dalla musica carnatica, la musica classica del sud dell'India. Sul palco di Santa Maria Gualtieri i due hanno proposto un repertorio di brani originali tratti dai lavori precedenti di entrambi i musicisti, suscitando l'entusiasmo di un pubblico attento e partecipe. Il sax di Mahanthappa, dall'inconfondibile timbro caldo e nasale, sprigiona la potenza di un fiume in piena, in un susseguirsi di frasi burrascose, capovolgimenti sonori e giochi intervallari. Nel tentativo di spingersi oltre i confini del temperamento occidentale, Mahanthappa rinuncia ai facili cliché del blues colorendo le sue frasi di sfumature microtonali dal chiaro sapore indiano.
Iyer al pianoforte si dimostra il suo partner ideale, capace di alternare delicate tessiture sonore a profusioni di energia torrenziale, rovesciando getti di note in un fraseggio spigoloso e frastagliato. E nei momenti di maggiore tensione si getta sullo strumento suonando frasi per ottave con la mano sinistra in un approccio quasi percussivo.
I due musicisti sembrano legati da una particolare intesa, qualcosa che va oltre l'aspetto prettamente musicale. Nonostante l'energia primordiale scaturita dalla performance, l'atmosfera sul palco rimane serena e lascia spazio a sguardi complici e divertiti. Insomma, una conferma del talento di Mahanthappa e Iyer, materia complessa e eccitante nel patinato panorama contemporaneo.
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