Garbarek convenzionale a Berchidda
Il gruppo del sassofonista scandinavo non va oltre alla routine nel suo ritorno in Sardegna
Recensione
jazz
Jan Garbarek è tornato in Sardegna per il festival Time in Jazz di Berchidda con un concerto, a capo del suo attuale quartetto, che ha confermato i limiti della sue più recenti performances live con quest’organico. Garbarek possiede sempre una sonorità di grande bellezza e personalità nonché la capacità di sedurre con la grazia e l’ariosità delle sue volute melodiche; non si discute, poi, la maestria e il virtuosismo dei suoi collaboratori, ma questo non è bastato a salvare un’esibizione palesemente routiniera, complice una musica in apparenza multicolore e 'multietnica' - si sono ascoltati, fusi in un'unica lunga sequenza punteggiata da estese cadenze solitarie, classici del suo repertorio accanto ad omaggi a Milton Nascimento e a Gato Barbieri oltre a una manciata di nuove composizioni non proprio memorabili - che a conti fatti suona fin troppo carezzevole e patinata, ripetitiva negli arrangiamenti ipercalibrati e sempre uguali. Incapace, in sostanza, di vivificare un percorso creativo, iniziato nei primi anni novanta con album come “I took Up The Runes” o “Twelve Moons”, importanti nella definizione di quel ‘suono del nord’ da cui sono partiti protagonisti di oggi come Arve Henriksen o Trygve Seim. Le tiepide movenze latine suggerite del bassista brasiliano Yuri Daniel, i colori delle percussioni di Trilok Gurtu nonchè alcuni ispirati assolo del leader e del tastierista Bruninghaus hanno solo lievemente increspato, con incedere più convenzionalmente jazzistico, la superficie di un suono fin troppo uniforme ed educato. Così è accaduto che la forza descrittiva o cinematica di brani come The Tall Tear Trees o Twelve moons si sia persa quasi del tutto. In ogni modo il pubblico di Berchidda ha vivamente apprezzato tributando al norvegese una calorosa standing ovation.
Interpreti: Jan Garbarek Group: Jan Garbarek (sassofono tenore e soprano); Rainer Bruninghaus (pianoforte, tastiere); Yuri Daniel (basso elettrico); Trilok Gurtu (percussioni).
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