In volo libero sugli anni andati

I Marlene Kuntz di Cristiano Godano attraversano la loro lunga carriera

Recensione
pop
New Age Roncade
17 Aprile 2009
I Marlene Kuntz ritornano in assetto elettrico e rock dopo il tour invernale che li ha visti nei teatri di tutt’Italia con un sound, invece, più intimo e ricercato. Sfoggiano il loro nuovo “Best of” che raccoglie una sintesi dei migliori - e non solo dei più famosi - lavori di quasi vent’anni di carriera. Si comincia significativamente con “L'abbraccio”, tratto da “Che cosa vedi” del 2000: Godano ha spesso raccontato della frattura che si è avvertita tra i fans in seguito alle scelte artistiche che hanno segnato l'evoluzione naturale dei Marlene proprio negli anni in cui usciva questo album, e questa scissione a tratti si respira nelle reazioni degli ascoltatori durante la performance. L'esibizione continua con “111”, per poi tornare indietro di qualche anno con “L'uscita di scena”, potente e nervosa. Il momento clou del concerto arriva, come da copione, quando il gruppo intona le note di “Festa mesta”, tratto dal primo album “Catartica” del 1994. Nella stessa posizione in cui si trovano originariamente nel disco seguono “Sonica” e “Nuotando nell'aria”, e il pubblico balla e poga in visibilio. Per accontentare tutti ecco l'ultimo singolo, cover di “Impressioni di settembre”, che ha avuto un buon riscontro, seguendo con “A fior di pelle”, nella parte forse più melodica e pacata della serata, e “Il solitario”, dal più recente “Bianco sporco”. Il suono è pulito e preciso, anche se i testi più recenti sembrano avere meno impatto rispetto alla forza espressiva che trasuda dai primi album. Dopo altri vecchi e nuovi successi, “Grazie” chiude il set, seguita da ben due bis. Acclamati, i Marlene Kuntz dimostrano in modo inevitabile che la musica cambia e le persone che la ascoltano anche, ma che conservano ancora intensità, energia e quell’atteggiamento inafferrabile che da sempre li contraddistingue.

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