Coco & Igor, polpettone in musica a Cannes
Coco Chanel e Igor Stravinksij in un noioso film che chiude il Festival di Cannes
Recensione
classica
I voyeurs della storia della musica potranno finalmente spiare sul grande schermo la disastrosa prima del Sacre du printemps nel 1913, ricostruita da Jean Kounen nel suo Coco & Igor, film fuori concorso che chiude il Festival di Cannes. Ma a parte i primi minuti girati al Theatre des Champs Elisées, ancora oggi perfettamente conservato, dove scoppiò la buriana, con dame in grandi toilettes e benpensanti in frack, il film prende subito il passo di un feuilleton mal patinato, seguendo i turbamenti e gli amplessi del compositore e di mademoiselle Chanel. Ospite generosa e interessata dell'intera famiglia Strawinskij nella sua villa a Garches nel 1920 e 21. Anna Mouglalis (Coco) ancheggia perennemente come un'indossatrice sulla passerella tentando di mostrarsi implacabile sul lavoro e cinica nella vita privata. Mads Mikkelsen, alto, palestrato e immobile in volto, dovrebbe impersonare quel criceto dagli occhi vispi che era Strawinskij, ma il confronto è del tutto incredibile. Di musica non ce n'è molta nella colonna sonora. A parte i brani del Sacre (diretti da Rattle coi Berliner), ci sono pezzi destinati a far parte delle Sinfonie per strumenti a fiato (nel '20 ancora frammenti per pianoforte alla memoria di Debussy) e citazioni da Les cinq doits, terminati nel '21 proprio a Garches. In compenso è tanta la noia, al punto che non si vede l'ora di assistere alla rottura fra gli amanti e di vedere il compositore libero dai troppi fili di perle di Mademoiselle. Come non bastasse, prima dei titoli di coda si assiste a due inquadrature "postume" in alberghi diversi. In uno Coco ridotta a una mummia incartapecorita, sdraiata su un letto, ripensa all'antico fuoco, nell'altro Igor ormai spennacchiato e in pigiama sbarra gli occhi sul passato o forse sul nulla.
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