Virtuosismo dal volto umano
Beppe Gambetta presenta il nuovo disco "Rendez Vous" al Folk Club
Recensione
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Beppe Gambetta sceglie i caldi e angusti spazi del Folk Club di Torino per presentare, per la prima volta in Italia e in solo, il suo nuovo "Rendez-Vous" [ne parliamo sul numero di Dicembre, n.d.r.]. Il chitarrista genovese, giramondo per scelta di vita e per estetica musicale già ai tempi di "Dialogs", di cui festeggia i vent’anni, ormai parla come suona: calata da ligure espatriato avvezzo ad esprimersi più spesso in inglese che in italiano, capacità di farsi capire indipendentemente dai confini che lo circondano. E flatpicking di alto, altissimo livello declinato in contesti sempre differenti: l’omaggio al banjo di “Dixie Breakdown” che strappa gridolini di giubilo ai chitarristi in sala, il lirismo d’infanzia di “Pane olio e sale” e “Ninna nonna” (nel disco con l’organetto del figlio Filippo); la Liguria di De Andrè, di cui Gambetta è uno dei pochi profeti all’estero (“Sinan Capudan Pascià” e “A Cimma”), la Sardegna paraliturgica (“Deus ti salvet Maria”), la Campania della tarantella ( "Street lights in Torraca", dedicata al paesino di Torraca e al suo innovativo sistema di illuminazione ecosostenibile) e la miglior canzone d’autore italiana anche in episodi meno noti (“Madame Guitar” di Sergio Endrigo); L'irlanda e la Scozia; l'America di Doc Watson (“I’m Worried Now") e quella – altrettanto importante! – di Beppe Gambetta (“Hobo’s Crossing"). Un virtuosismo dal volto umano, quello del chitarrista genovese, che non è solo velocità e tecnica e che sa alternare sapori e linguaggi. Il tutto rigidamente condotto sui binari di uno “stile” che è – ci si rende conto – solo gambettiano.
Interpreti: Beppe Gambetta: chitarra e voce
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