Come un'onda: sempre diversa, e sempre uguale

La Globe Unity Orchestra all'Auditorium per Roma Jazz

Globe Unity Orchestra (foto Mehmet Dedeoglu)
Globe Unity Orchestra (foto Mehmet Dedeoglu)
Recensione
jazz
Auditorium Parco della Musica Roma
13 Novembre 2008
Due anni fa la Globe Unity Orchestra celebrava il suo quarantesimo anniversario con un’incisione costruita su pezzi chiusi, dove le tracce della scrittura permanevano in forma più o meno esplicita. Si trattava di uno sguardo all’indietro per riattingere alle energie del passato, ma anche di un preludio. Infatti l’ensemble ha ritrovato oggi la via della libera improvvisazione, dove non esiste più un singolo autore, si gioca tendendo al limite dell’irripetibilità assoluta e la componente sperimentale si impone sul bisogno di compiutezza. Questo non significa che sia stata abbandonata l’aspirazione all’unità dello stile e il concerto di ieri ne è stato un valido esempio. Un grappolo di note nel registro acuto del pianoforte ha dato il via al flusso della musica, subito ripreso per imitazione e in successione da tromboni, trombe, clarinetti e sassofoni. Velocemente una discesa ai registri gravi e poi un lentissimo, inesorabile crescendo sospeso, al culmine, su un "tutti" dove dominavano i sovracuti dei sassofoni. Da questo magma è emerso per progressivi assestamenti un lungo unisono, come una stazione di sosta che tornerà lungo tutta l’improvvisazione. Questa naturalmente si è articolata con l’emergere di un primo assolo (Rudi Mahall ha aperto e chiuso la successione) e così poi di tutti gli altri, ciascuno concludendosi con un rientro nella sonorità del collettivo. I migliori interventi per chiarezza di idee sono stati quelli di Mahall, Schoof, Dörner, D’Agaro e il trio Schlippenbach/Lytton/Lovens. Tra tutti scegliamo quest’ultimo per la bellezza di una sonorità in cui il pianoforte preparato si è risolto nella sua natura di strumento a percussione dando vita con le due batterie ad un impasto di suoni metallici ossessivo e insieme affascinante.

Note: Non alta l'affluenza di pubblico, nonostante sia la prima volta che questa storica formazione suona a Roma.

Interpreti: Alexander von Schlippenbach: pianoforte e pianoforte preparato (Berlino); Rudi Mahall: clarinetto basso (Berlino); Evan Parker: sassofoni (Londra); Ernst-Ludwig Petrowsky, sassofoni (Berlino); Gerd Dudek, sassofoni (Colonia); Daniele D'Agaro, clarinetto basso (Udine); Paul Lytton, batteria (Colonia); Manfred Schoof, tromba (Colonia); Axel Dörner, tromba (Berlino); Jan Luc Capozzo tromba (Parigi); Johannes Bauer, trombone (Berlino); Conrad Bauer, trombone (Berlino); Paul Lovens, batteria (Aachen);

Orchestra: Globe Unity Orchestra

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