Abolire il bollino SIAE?

È la proposta di legge dell'IDV, presentata dal senatore Belisario

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Più croce che delizia della discografia italiana, il bollino SIAE rappresenta un tema scottante anche in virtù del momento di crisi del settore e della gestione del fenomeno del download. L'ologramma adesivo obbligatorio per poter vendere il proprio materiale audio/video infatti da un lato non garantisce alcuna copertura sul diritto d'autore, dall'altro è stato dichiarato "iniquo" dalla Corte di Giustizia Europea in quanto tassa sul distribuito (e non sul venduto, come sarebbe corretto); la stessa Corte di Cassazione italiana ha affermato che il bollino "non è dovuto". Abolendone l'applicazione, sostiene Belisario, "la distribuzione in Italia di opere dell'ingegno diverrà più agevole ed economica sia per i soggetti italiani che per quelli stranieri e potrà, anzi, svilupparsi senza il freno di inutili ed anacronistici bollini che peraltro non garantiscono né l'autenticità delle opere né i diritti dell'industria del settore. È un balzello iniquo che non serve certamente a impedire le frodi. Non ho nulla contro la SIAE, ma ognuno deve vivere per quello che produce, non grazie a meccanismi parassitari". Il bollino SIAE vede il settore diviso in due opposte fazioni: difeso dalla società degli autori e osteggiato dalla maggiore associazione dei discografici italiani (FIMI).

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