Ivan Della Mea (1940-2009)
È mancato il 14 giugno il cantante politico, fondatore del Nuovo Canzoniere Italiano
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Per un malore improvviso è morto nella notte del 14 giugno Ivan Della Mea, cantante, scrittore e giornalista, vero baluardo della canzone politica; da poco aveva dato alle stampe con Ala Bianca la raccolta discografica Anthologia e per Jaca Book l'autobiografia Se la vita ti dà uno schiaffo.
Sulla scena dai primi anni '60, con Gianni Bosio è stato tra i fondatori del Nuovo Canzoniere Italiano ('62), movimento imprescindibile per la diffusione, la composizione e lo studio della canzone unita alla protesta e alla politica: una visione della musica, intesa come veicolo per messaggi importanti, che lo ha accompagnato per tutta la sua carriera. Lucchese di nascita e milanese di adozione, attraverso le collane dei Dischi del Sole e i Dischi dello Zodiaco ha pubblicato numerosi 33 giri densi di politica e di denuncia, tra cui Il rosso è diventato giallo, Ringhera e Fiaba grande. Le sue canzoni, tra cui la produzione in dialetto milanese ha visto spiccare "El me gatt", non sono state però l'unico mezzo atttraverso cui diffondere le proprie idee: ha scritto molto per Liberazione, Il Manifesto e L'Unità, e ha lavorato anche per il cinema collaborando ad alcune sceneggiature di successo, tra cui quella dello spaghetti-western Tepepa.
Numerosi i giovani cantautori che a lui garantiscono di ispirarsi, in virtù della capacità comunicativa e della abilità compositiva che Della Mea ha sempre coniugato nella sua guerra contro i potenti; in una intervista che aveva rilasciato recentemente al giornale della musica, Ivan dichiarava che «il potere ha paura dei sogni e di chi sogna perché il sogno è un territorio libero, l'eco dal margine che insinua il sentimento libertario e, poeticamente, "lo schianto redentore della dinamite"».
Sulla scena dai primi anni '60, con Gianni Bosio è stato tra i fondatori del Nuovo Canzoniere Italiano ('62), movimento imprescindibile per la diffusione, la composizione e lo studio della canzone unita alla protesta e alla politica: una visione della musica, intesa come veicolo per messaggi importanti, che lo ha accompagnato per tutta la sua carriera. Lucchese di nascita e milanese di adozione, attraverso le collane dei Dischi del Sole e i Dischi dello Zodiaco ha pubblicato numerosi 33 giri densi di politica e di denuncia, tra cui Il rosso è diventato giallo, Ringhera e Fiaba grande. Le sue canzoni, tra cui la produzione in dialetto milanese ha visto spiccare "El me gatt", non sono state però l'unico mezzo atttraverso cui diffondere le proprie idee: ha scritto molto per Liberazione, Il Manifesto e L'Unità, e ha lavorato anche per il cinema collaborando ad alcune sceneggiature di successo, tra cui quella dello spaghetti-western Tepepa.
Numerosi i giovani cantautori che a lui garantiscono di ispirarsi, in virtù della capacità comunicativa e della abilità compositiva che Della Mea ha sempre coniugato nella sua guerra contro i potenti; in una intervista che aveva rilasciato recentemente al giornale della musica, Ivan dichiarava che «il potere ha paura dei sogni e di chi sogna perché il sogno è un territorio libero, l'eco dal margine che insinua il sentimento libertario e, poeticamente, "lo schianto redentore della dinamite"».
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