Nuove onde mitteleuropee
Navigando sul Danubio da Vienna a Bratislava: la terza edizione del festival Waves
Recensione
pop
Avevo partecipato alla prima edizione del festival Waves due anni fa e ne avevo anche scritto su queste pagine. Il formato mi aveva convinto: l’idea di organizzare un festival dedicato sia al pubblico giovanile urbano che agli addetti del settore (oltre ai concerti serali questi potevano prendere parte a dibattiti e conferenze durante il giorno) non era per niente male. Quello che invece non mi aveva del tutto persuaso era il ricorrere al topos dell’abbattimento delle frontiere. Waves si presentava come il festival in grado di unire l’Europa dell’ovest e quella dell’est, di varcare i confini, … ma in fin dei conti erano più intenti programmatici che promesse poi mantenute.
Quest’anno, invece, secondo me Waves è riuscito nell’impresa. Le tre dense serate e nottate viennesi (dal 3 al 6 ottobre) si sono rivelate già di per sé essere ai limiti delle capacità e possibilità del pubblico più audace e curioso: più di cento concerti in oltre 15 location non sono pochi! Ma come se ciò non bastasse, gli organizzatori hanno aggiunto sabato una serie di eventi in vari locali e palchi di Bratislava. Le due capitali europee non sono mai state così vicine, con gli shuttle (biglietto incluso nel prezzo del pass di circa 60 euro) che ogni ora partivano per percorrere i 51 chilometri che separano la città austriaca da quella slovacca. E per quanto riguarda la rassegna del prossimo anno, gli organizzatori hanno già annunciato che sdoppieranno il festival, proponendo in contemporanea tre serate a Vienna e tre a Bratislava.
Dall’indie-rock alla minimal, dall’electropop al songwriting, dubstep, punk, hip hop, post rock: sono solo alcuni dei generi che si sono potuti ascoltare lo scorso fine settimana. Gruppi austriaci, belgi, sloveni, polacchi, islandesi e - naturalmente - tanta musica slovacca. Band affermate ed esordienti di grande talento. Qualche esempio: Danes of Iceage, Nathan Fake, Attwenger, Au revoir Simone, Charli XCX, Zanshin, Crunch 22…
Io ho scelto di andare oltrefrontiera e a Bratislava ho scoperto diversi club nei quali il turista tradizionale difficilmente nei suoi itinerari si imbatterebbe: Il Nu spirit, per esempio, dove forse tornerò la prossima settimana per il concerto della cantante inglese di origini ceche Emika. O il KC Dunaj, una struttura polivalente con gallerie d’arte, librerie, design, bar,e terrazze sul tetto di un palazzo anni ’70 in stile socialista con vista mozzafiato sul centro storico e sul ponte futurista della capitale slovacca. Il viaggio a Bratislava è stato però soprattutto un’ottima opportunità per scoprire gruppi e realtà musicali della scena slovacca. Questi sono i gruppi che mi sono rimasti maggiormente impressi:
Fallgrapp
Ear Drum Kru
Feelme
Herzog Herzog
The ills
Katarzia
Stroon & Stix
Vec & Valihora
Quest’anno, invece, secondo me Waves è riuscito nell’impresa. Le tre dense serate e nottate viennesi (dal 3 al 6 ottobre) si sono rivelate già di per sé essere ai limiti delle capacità e possibilità del pubblico più audace e curioso: più di cento concerti in oltre 15 location non sono pochi! Ma come se ciò non bastasse, gli organizzatori hanno aggiunto sabato una serie di eventi in vari locali e palchi di Bratislava. Le due capitali europee non sono mai state così vicine, con gli shuttle (biglietto incluso nel prezzo del pass di circa 60 euro) che ogni ora partivano per percorrere i 51 chilometri che separano la città austriaca da quella slovacca. E per quanto riguarda la rassegna del prossimo anno, gli organizzatori hanno già annunciato che sdoppieranno il festival, proponendo in contemporanea tre serate a Vienna e tre a Bratislava.
Dall’indie-rock alla minimal, dall’electropop al songwriting, dubstep, punk, hip hop, post rock: sono solo alcuni dei generi che si sono potuti ascoltare lo scorso fine settimana. Gruppi austriaci, belgi, sloveni, polacchi, islandesi e - naturalmente - tanta musica slovacca. Band affermate ed esordienti di grande talento. Qualche esempio: Danes of Iceage, Nathan Fake, Attwenger, Au revoir Simone, Charli XCX, Zanshin, Crunch 22…
Io ho scelto di andare oltrefrontiera e a Bratislava ho scoperto diversi club nei quali il turista tradizionale difficilmente nei suoi itinerari si imbatterebbe: Il Nu spirit, per esempio, dove forse tornerò la prossima settimana per il concerto della cantante inglese di origini ceche Emika. O il KC Dunaj, una struttura polivalente con gallerie d’arte, librerie, design, bar,e terrazze sul tetto di un palazzo anni ’70 in stile socialista con vista mozzafiato sul centro storico e sul ponte futurista della capitale slovacca. Il viaggio a Bratislava è stato però soprattutto un’ottima opportunità per scoprire gruppi e realtà musicali della scena slovacca. Questi sono i gruppi che mi sono rimasti maggiormente impressi:
Fallgrapp
Ear Drum Kru
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