Sommelo 3 | L'avventura continua
La ricca programmazione del festival finlandese
Recensione
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Si fa sempre più serrata la programmazione del Sommelo Ethno Music Festival. La cantante svedese Susanne Rosenberg presenta il suo seminario sul canto e sui richiami per le greggi. Una presentazione puntuale, affascinante e coinvolgente per il pubblico. Altrettanto si può dire per il groenlandese Hivshu, di cui ho già parlato nel primo post da Kuhmo. La chiesa locale accoglie due concerti: quello del quintetto estone Triskele, un ensemble che esplora i repertorio di inni sacri e di regilaul, espressioni di un’area situata in prossimità del lago Peipus. Il loro strumentario accoglie non solo lo zither, ma anche flauti di varia provenienza, tamburi a cornice e liuto. Le loro melodie guardano al medioevo, ma il variegato background dei cinque artisti, porta anche qualche coloritura slide. Il secondo concerto è dedicato al Lönrott e ai suoi inni. In scena sono le voci del direttore artistico Taito Hoffrén, della cantante Maari Kallberg (tra l’altro specializzata negli yoik della Viena Karelia), del versatile Eroo Grundström (anche all’armonium), di Jarmo Kokkonen, della giovane cantante e violinista Minna Seilonen e di Pekka Huttu-Hiltunen, l’etnomusicologo e ricercatore del canto runico che è stato uno dei creatori del festival stesso. Nei concerti del 29 e 30 all’Arts Centre, innanzitutto brilla il canto solo, netto, preciso per intonazione e pronuncia del bretone Yann-Fañch Kemener con un repertorio di gwerz, kan ha diskan (con l’aiuto di altri musicisti bretoni) e perfino di una sessantina di versi tradotti in bretone dal Kalevala. Emma Lajunen (violino e nyckelharpa) è brillante ed eclettica, il duo norvegese Kim André Rysstad e Trym Bjønnes penalizzato nelle sue trovate noise ed improvvisazioni chitarristiche da un improvviso problema tecnico rimedia con un breve set acustico di ballate tradizionali. Il trio svedese Nordic (nyckelharpa, mandolino, violoncello) ha grande spirito, notevole tecnica e gioca con gli elementi tradizionali che sposa a ritmi in levare, innesti bluegrass e melodie e tempi Irish. Per il resto, il festival si riempie ancora di cori della Karelia russa, di cornamuse bretoni e del mondo russo, dell’eclettismo degli estoni Ro:Toro. Ciò che più sorprende è l’elevata abilità dei musicisti finlandesi, una miniera di giovani artisti, come la già citata Minna Seolonen, che in coppia con la fisarmonicista Kaisa Kaupponen ci regala un breve set nella caffetteria dell’Arts Centre: tecnica, brillantezza di suono, energia ed entusiasmo giovanile, ma anche una buona capacità di tenere la scena. E che dire poi del garbato quartetto tutto kantele e voci femminili Kardemimmit, che anima la notte (si fa per dire) del Sommelon Klubi all’Hotel Kainuus. Non è un festival di grandi presenze, non siamo a Kaustinen o nei festival del tutto gratuito e tanta birra. Kuhmo è lontana, qualche collegamento in meno e le bizze meteorologiche possono portare una sensibile riduzione di presenze. La volontà di crescere c’è, spiega Kaisa Ohtonen, altra mente organizzatrice della manifestazione, ma senza esagerare. Sommelo è un festival unico per luoghi, atmosfera, proposta artistica e anche per l’avventura nella Karelia russa: un’avventura in sé. Primo luglio, ore 6 del mattino si parte: il festival passa il confine, spostandosi nella Viena Karelia in Russia, ancora sulle tracce e nella scia di Elias Lönrott.
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