Quelle parole dei Radiohead

Quando una canzone ci parla, 2

Recensione
pop
Parlare di confini può sembrare semplice, quando sei dalla parte giusta così come quando sei dalla parte sbagliata. In un modo o nell’altro hai una visione privilegiata delle cose e il tuo sguardo può osservare, giudicare o abbassarsi all’occorrenza. Cosa succede invece quando sei esattamente sopra la linea di confine, quando ti trovi a metà del guado? Tutto è giusto, tutto è sbagliato. Non guardare giù, non voltarti, resta fermo. Sei un animale intrappolato nell’auto, sei solo un insetto che cerca di uscire dall’oscurità., una falena alla ricerca della sua lampadina, del suo piccolo alone di luce. Tutto è giusto, tutto è sbagliato. Thom Yorke, forse l’unico vero genio di questi anni stanchi e ripetitvi, giunge in “All I need” a un suo apice lirico e interpretativo. La canzone in sé è di una semplicità quasi imbarazzante, soprattutto se confrontata ad altre perle dei Radiohead, che non sono – si sa – un gruppo molto easy listening. Ma in “All I Need” c’è una tensione emotiva quasi insostenibile. È solo al minuto 3:12 infatti, quando Thom posa le mani sul pianoforte, che avviene l’attesa liberazione. Tutto è giusto, tutto è sbagliato.


Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

pop

Ai Docks di Losanna la musica resistente dei veterani Godspeed You! Black Emperor

pop

Il cantautore friulano presenta in concerto l’album d’esordio Hrudja

pop

Un grande live al nuovo Jumeaux Jazz Club di Losanna (con il dubbio che a Bombino lo status di condottiero tuareg cominci a pesare)