Un violoncello a Bruxelles

Nella Giornata della Memoria, al Parlamento Europeo suona il violoncello Gagliano di Pál Hermann

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La cerimonia al Parlamento Europeo
La cerimonia al Parlamento Europeo

Un violoncello che è diventato un simbolo, salvato dall’appropriazione nazista, ma il musicista a cui apparteneva non è riuscito a fare altrettanto per la sua vita. La celebrazione ufficiale al Parlamento europeo di Bruxelles della Giornata internazionale della memoria dell’Olocausto e dell'80° anniversario della liberazione di Auschwitz ha visto quest’anno come ospite d’onore Corrie (Cornelia) Hermann, figlia di Pál Hermann, violoncellista e compositore ungherese, ucciso dai nazisti nel 1944. La cerimonia è stata aperta dalla Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, e poi Corrie Hermann, oggi più che novantenne, ha raccontato con grande emozione la storia di suo padre e del suo celebre violoncello. Allievo di Béla Bartók, formato presso l'Accademia Franz Liszt di Budapest, Pál Hermann era nato nel 1902 ed era considerato uno dei migliori violoncellisti della sua generazione. Si stabilì a Berlino negli anni '20 e si esibì poi in tutta Europa con il suo violoncello realizzato nel XVIII secolo dal liutaio napoletano Gennaro Gagliano.  Su un lato dello strumento c’è l'incisione: “Ego anima musicae sunt” (“Io sono l'anima della musica”). Per fuggire i nazisti, nel 1933 Hermann si rifugiò in Belgio e poi in Francia, ma fu arrestato a Tolosa nel 1944 e trasportato a Drancy, il campo vicino a Parigi da dove partivano i trasporti per i campi di concentramento. Da lì fu deportato nel campo di Kaunas in Lituania dove morirà lo stesso anno. Ma, mentre era in attesa alla stazione, Pál Hermann riuscì a lanciare un biglietto dal treno in cui implorava di salvare il suo violoncello Gagliano e quel biglietto, in qualche modo, riuscì ad arrivare al cognato del violoncellista che, a sua volta, percorrendo 100 chilometri in bicicletta, riuscì a recuperarlo dal posto segreto nella casa di Hermann dove era stato nascosto per evitare che finisse nelle mani dei nazisti, sostituì il Gagliano con uno strumento di qualità minore e fuggì con il vero Gagliano legato alla schiena. 

Dopo la guerra, del Gagliano si persero le tracce, si sa che fu venduto due volte. Solo 80 anni dopo, il violoncellista Jian Wang, mentre leggeva il libro di una musicologa di Oxford, la dottoressa Kate Kennedy, che parlava del violoncello perduto, ricordò di aver visto l'incisione su uno strumento di un giovane violoncellista australiano, Sam Lucas, concorrente del Concorso Regina Elisabetta a Bruxelles. Il violoncello fu ritrovato e identificato. Il 29 settembre 2024, Kennedy tenne un concerto alla Wigmore Hall di Londra e Corrie Hermann poté infine rivedere e riascoltare il violoncello di suo padre. E proprio questo violoncello ha risuonato nell’Emiciclo del Parlamento europeo suonato da Sam Lucas, suo attuale proprietario, che ha proposto un estratto di un concerto di Pál Hermann e, dopo l’omaggio di un minuto di silenzio,  il Kaddish di Maurice Ravel. "Questa storia di una vittima dell'Olocausto è dedicata ad ognuna dei sei milioni di vittime che continuiamo a piangere oggi" ha affermato Corrie Hermann, nata a Amersfoort, nei Paesi Bassi, nel 1932,  medico in pensione che nel 1996 ha fondato il Fondo Paul Hermann per sostenere i giovani violoncellisti professionisti. “Questo Parlamento europeo lo ricorderà sempre. E parleremo sempre di quanto accaduto - proprio come la nostra prima donna presidente Simone Veil, lei stessa una sopravvissuta, ci ha insegnato a fare – ha concluso il Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola - la memoria è un dovere. La responsabilità di garantire che ‘mai più’ non sia una promessa vuota”. 

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