Tagliacozzo tra musica danza e teatro
L'edizione 2005 del Festival di Mezzaestate di Tagliacozzo (AQ) offre la consueta programmazione multi-disciplinare (musica, danza, teatro, incontri) dal 30 luglio al 21 agosto.
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L'edizione 2005 del Festival di Mezzaestate di Tagliacozzo (AQ), firmata dal fondatore della kermesse Lorenzo Tozzi, offre la consueta programmazione multi-disciplinare (musica, danza, teatro, incontri) dal 30 luglio al 21 agosto, negli splendidi siti architettonici del borgo antico. Dopo l'inaugurazione con una coreografia di Coppelia curata da Vjaceslav Gordejev del Teatro Statale Ballets Russes, l'appuntamento musicale di richiamo dovrebbe essere la prima moderna - ma forse assoluta - di una festa teatrale di Leonardo Leo, il "Decebalo" (3 agosto, Teatro Talia), nell'esecuzione del RomaBarocca Ensemble diretto dallo stesso Tozzi, che si è occupato anche del recupero delle fonti: "Tutto è nato da un progetto di collaborazione con l'Università della musica 'G. Enescu' di Bucarest: Decebalo è un po' un eroe nazionale per i rumeni, re dei Daci, antagonista sfortunato di Domiziano e Traiano, per non cadere nelle mani del quale si suicidò. Il lavoro di Leo, in 2 atti (e perciò non vera e propria 'opera seria'), volge in lieto fine il tragico destino di tutti i personaggi storici, ed è riemerso dallo fonti consultate nella sua quasi totalità: solo 2 le scene mancanti. Scritto per la nascita della terza figlia di Carlo III, non se n'è trovata traccia di esecuzione dell'epoca, forse lasciate cadere per la cagionevole salute di Maria Elisabetta che morirà di lì a 4 anni. La partitura è una delle ultime di Leo (1743, un anno prima della morte), e le sue arie sono assai impegnative: si può indovinare che siano state scritte per il grande castrato Caffarelli". Rumeni gli interpreti vocali (Adrian George Popescu, Sorin Dumitrascu, Laura Tatulescu, Julia Surdu), con la partecipazione dell'italiano Angelo Manzotti; il lavoro sarà registrato e inciso dalla Bongiovanni, e sarà preceduto lo stesso giorno da un incontro su "Napoli, i Borboni e l'opera seria del Settecento".
(Alessandro Mastropietro)