Premio Tenco a Capossela

Dopo le Targhe, l'annuncio del Premio: insigniti anche Camané e Massimo Ranieri

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Capossela Premio Tenco

Dopo le Targhe Tenco – assegnate da una giuria di giornalisti specializzati, che quest'anno hanno premiato Claudio Lolli, Brunori Sas, Canio Loguercio e Alessandro D'Alessandro, Ginevra Di Marco e Lastanzadigreta – arriva ora la notizia del Premio Tenco, assegnato ogni anno dal 1974 dal Club Tenco di Sanremo ad artisti e personalità del mondo della musica. Il premio Tenco all'artista è andato a Vinicio Capossela, già affezionato della rassegna Sanremese. Due i premi agli operatori culturali assegnati, invece: a Camané, e a Massimo Ranieri. Di seguito le motivazioni.

 

VINICIO CAPOSSELA – PREMIO TENCO ALL’ARTISTA

Abbiamo assistito, nel dopo Tenco del 1989, alla partenza del suo viaggio. Un viaggio nella storia della musica e dell’uomo, nella geografia dell’anima e del mito inseguendo le suggestioni di correnti marine. Ci ha portato nei porti di Livorno, Amburgo e Atene; ha esplorato musiche di mare come il rebetico, la morna, il tango, la taranta; si è immerso nei miti di Melville e nel racconto di un viaggiatore come Céline. Il Premio Tenco non poteva essergli assegnato che nell’edizione intitolata alle Terre di Mare.

CAMANÉ – PREMIO TENCO ALL’OPERATORE CULTURALE

Il Fado è l’anima e l’icona musicale di Lisbona, capitale di viaggi e di esplorazioni. Da quando, nel 2011, l’Unesco l’ha proclamato “patrimonio culturale immateriale dell’Umanità”, molti cantanti prestigiosi infilano nel loro repertorio qualche canzone di questo genere. Ma noi premiamo colui che è il cantante di Fado per antonomasia, l’erede naturale di Amália Rodrigues e Alfredo Marceneiro, la voce in grado di divulgare le emozioni e la poesia che la città di Lisbona tramanda da quasi secoli.

MASSIMO RANIERI - PREMIO TENCO ALL’OPERATORE CULTURALE

Juke-box, radio e televisione, prestigiosi teatri e cinema, non c’è mezzo o luogo di comunicazione che non abbia diffuso il patrimonio onnicomprensivo della sua musica conquistando ogni tipo di pubblico, come conviene solo ai grandi artisti. La sua straordinaria rivisitazione del repertorio della canzone di Napoli, sua città natale, esaltata dalla “nuova mediterraneità” di Mauro Pagani o dalla lettura jazz, fa di lui, al contempo, un grande divulgatore della tradizione e il prototipo di linguaggi espressivi del tutto inediti.

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