Le immagini della musica

Dal 22 ottobre al 4 novembre il festival del cinema "Viennale"

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Per gli amanti del cinema a Vienna sarà tempo di gioia e dilemmi. Dal 22 ottobre al 4 novembre, infatti, bisognerà scegliere tra la mole mastodontica di film in programma al festival del cinema "Viennale". Se tuttavia ci si accontenterà delle pellicole con un rapporto diretto con la musica, la scelta sarà più semplice. Da qualche anno il festival dedica una cura particolare alla selezione e presentazione di film e documentari dedicati alla musica o a musicisti. Nel programma della rassegna che comincierà a giorni, figura per esempio "Guy and Madeline on a Park Bench", un moderno musical jazz girato in bianco e nero da Damien Chazelle. Tra i protagonisti principali di questo lavoro, il trombettista Jason Palmer e altri esponenti della scena jazz di Boston.
Di tutt'altro genere, invece, "Nessuno sa niente dei gatti persiani (Kasi Az Gorbehaye irani khabar)", un film semidocumentaristico girato in soli 17 giorni dall'iraniano Bahman Ghobadi e dedicato alle subculture musicali di Teheran e, nello specifico, a fenomeni musicali ufficialmente proibiti come il rock di stampo occidentale e la musica interpretata da cantanti soliste donne. Tra i film più attesi, "Sounds and Silence", un portrait del fondatore del label ECM Manfred Eicher. I registi svizzeri Peter Guyer e Norbert Wiedmer hanno impostato il loro omaggio ai 40 anni dell'etichetta ECM come un road movie musicale, nato seguendo Eicher per circa sei anni durante registrazioni, prove e concerti dal vivo. Alcuni dei documentari presentati fanno ampio uso di materiali e immagini d'archivio: "When You're Strange", di Tom Di Cillo, per esempio, è un film sui Doors montato a partire da materiali originali degli anni 1965-1971. Ray Manzarek, membro del gruppo, ha visto il film e lo ha definito la vera storia dei Doors, e in polemica con "The Doors" di Stone del 1991, ha aggiunto che "When You're Strange" è l'"Anti Oliver Stone". "Soul Power", invece, è tutto incentrato sulle riprese dei tre giorni di festival musicale di Kinshasa che nel 1974 accompagnarono l'incontro di puglilato tra Muhammad Ali e George Foreman e a cui parteciparono, tra gli altri, B.B. King, James Brown, Miriam Makeba e Bill Withers. "The Wrecking Crew", infine, è un documentario dedicato a quel gruppo omogeneo di musicisti che negli anni '60 e '70 hanno lavorato da turnisti in studio per le registrazioni di album storici del sound della Westcoast (The Mamas & The Papas, Beach Boys, ...), in session di registrazione che spesso duravano oltre 15 ore. Costruiti a partire da materiali originali, invece, i documentari "It might get loud", di David Guggenheim, un omaggio alla chitarra attraverso le figure di Jimmy Page dei Led Zeppelin, The Edge degli U2 e Jack White degli White Stripes e "Ne change rien" di Pedro Costa, un ritratto dell'attrice e cantante francese Jeanne Balibar. Inoltre, si potranno vedere 4 cortometraggi tra i 20 commissionati dal Festival di Lucca in occasione del 150esimo anniversario della nascita di Puccini o "When it was blue" di Jennifer Reeves, un film sperimentale, nella cui colonna sonora si mischiano i suoni della natura e la musica del compositore islandese Skúli Sverrisson.
"La Danse - Le ballet de l'opéra de Paris" di Frederick Wiseman è uno studio sociologico in cui il regista americano analizza le strutture dell'istituzione parigina. In maniera analoga, il regista tedesco Romuald Karmakar prosegue le sue analisi filmiche ed etnografiche sulla musica elettronica dance e dedica il terzo film della sua trilogia al Dj cileno Villalobos. Nell'ambito del dibattito attuale, risalta "Rip: A remix Manifesto" di Brett Gaylor. Tra i temi di questo documentario, gli effetti dell'evoluzione digitale sul diritto d'autore e i problemi di copyright nella cultura musicale contemporanea. E per finire, si potrà rivedere "What's Opera, DOC?" un corto del 1957 in cui Chuck Jones condensa in sette minuti il Ring, il Tannhäuser e l'Olandese volante di Wagner. È forse un po' fuori tema, ma ci piacerebbe menzionare anche "Totò", un film dell'austriaco Peter Schreiner. Al centro di questa pellicola, Antonio Cotroneo, un italiano che la cinepresa segue nel suo viaggio da Vienna, città in cui vive da molti anni, a Tropea, il suo paese natale. E lo vogliamo inserire tra i film vicini alla musica, perché Antonio nella vita di tutti i giorni fa la maschera al Konzerthaus, una delle principali istituzioni musicali della città austriaca.
(Juri Giannini)

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