Le anticipazioni della Biennale Musica
Caterina Barbieri ha presentato il 69° Festival Internazionale di Musica Contemporanea intitolato “”La stella dentro”

Si ispira a un’immagine poetico-simbolica suggerita dalla scrittrice brasiliana Clarice Lispector il tema del 69. Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia, in programma dall’11 al 25 ottobre: “Se il brillio delle stelle mi fa male, se è possibile questa comunicazione lontana, è perché qualcosa che forse assomiglia a una stella mi freme dentro.” E su questa immagine insiste molto la neo-direttrice artistica della rassegna veneziana, Caterina Barbieri, che nello spiegare la scelta del titolo (e della linea artistica) insiste molto sull’idea che “La musica è la stella dentro. È il desiderio di cose grandi, di vastità. Scintilla di mondi, ci apre all’infinito. Vibrazione che permea il cosmo e ci attraversa con meraviglia, dalla molecola al moto planetario, il suono trasporta fuori dai confini dell’ego e apre all’incontro con l’altro - l’ignoto. In questa risonanza, c’è ascolto profondo, radice prima dell’empatia: in un suono si rivela l’interconnessione che anima tutto il vivente. Come esercizio di trascendenza, la musica può aiutarci a superare posture di pensiero antropocentriche e sperimentare modi più ecologici di coesistere che rispettino le complesse costellazioni di forze umane e non umane che attraversano il nostro universo.”
Presentato in una conferenza stampa a Ca’ Giustinian, sede della Biennale di Venezia, accanto a quelli dei colleghi Willem Dafoe per il Teatro e Wayne McGregor per la Danza, Caterina Barbieri sottolinea che il suo programma non segue un tema preciso, marcando una netta discontinuità con le linee artistiche della Biennale Musica anche negli anni più recenti soprattutto nella scelta degli artisti, catalogabili in due categorie piuttosto generali della musica del presente: minimalismo e musica elettronica, entrambi coniugati nelle accezioni di diversità e inclusività. Parla molto anche di musica cosmica e di musica come organismo vivente Caterina Barbieri, che dichiara l’intento di esplorare l’idea di “musica come organismo vivente, forma autopoietica in grado di auto-evolversi e sviluppare le proprie leggi” e come tale metafora del cosmo.
Manifesti estetici a parte, il festival sarà aperto da un corteo musicale d’acqua ossia una processione musicale di barchini concepita dall’artista boliviana Chuquimamani-Condori che culminerà con un concerto del duo Los Thuthanaka, composto dalla stessa artista e del fratello Joshua Chuquima Crampton, nel grande bacino d’acqua dell’Arsenale di Venezia. L’acqua sarà un elemento piuttosto presente in molte delle creazioni commissionate dalla Biennale per il festival, come ad esempio Resonant Vessel di FujIIIIIIIIIIIIta, un lavoro “site specific” che esplora il potere generativo dell’acqua, e Garden of Brokeness dell’americano William Basinski, già presente alla Biennale Musica 2008, che reimmagina i tape loops della sua composizione per più pianoforti a coda, percussioni e motori di vaporetto. Presenti saranno anche alcune figure pionieristiche della musica elettronica, drone e minimalista, come l’americana Laure Spiegel, di cui verrà proposto in prima europea The Expanding Universe, suo lavoro seminale composto fra il 1974 e il 1977 ai Bell Laboratories fra suono e cosmogonia, e la svedese Catherine Christer Hennix, il cui Kamigaku Ensemble da lei fondato riattiverà le pratiche contemplative e i principi compositivi legati all’uso prolungato di bordoni e precise accordature sviluppati dalla compositrice nell’ultima fase della sua vita. In programma anche composizioni di Moritz von Oswald con la prima italiana di Silencio per coro di 16 voci e Éliane Radigue con Occam Océan – Occam XXVI eseguito dal percussionista Enrico Malatesta, che sarà anche impegnato in una prima assoluta di Jakob Ullmann. Torna a Venezia anche Venice di Christian Fennesz, “descrizione suggestiva di un dignitoso declino, decadimento, morte e rinascita” registrata originariamente nella città lagunare nel 2004 ma presentato in una versione espansa concepita per la Biennale Musica 2025. Nel cartellone figura anche un classico come Guillaume de Machaut con il coro belga Grandelavoix accanto a figure storiche della sperimentazione musicale come Giacinto Scelsi, Iannis Xenakis, György Ligeti e György Kurtág. Si tratterà di un festival aperto anche a esperienze musicali extra-occidentali con gli universi espansi tra maqam arabo, jazz e poesia di Abdullah Miniawy, le sperimentazioni afrofuturiste e le avanguardie dell’elettronica di matrice nera di Actress, Nkisi, DeForrest Brown junior, la musica techno di Carl Craig fino all’hyperpop multidisciplinare di Ecco2k, che chiuderà la rassegna con un DJ set il 25 ottobre.
Accanto agli artisti consacrati, troveranno posto nel programma anche cinque lavori originali e inediti – performance dal vivo o composizioni acusmatiche – prodotti dai giovani selezionati alla Biennale College, quest’anno rifocalizzata sulle possibilità offerte dalla musica elettronica ed elettroacustica di espandere le potenzialità della strumentazione acustica e sviluppare strumenti compositivi e performativi autonomi per costruire universi musicali complessi che indagano sulla natura generativa della musica.
Queste le anticipazioni del programma. La programmazione in dettaglio come i Leoni d’oro e d’argento per la Musica saranno comunicati nelle prossime settimane.
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