La Valchiria in forma scenica inaugura Santa Cecilia

Ventotto programmi sinfonici e 20 concerti da camera. E molte tournée in Europa e Asia

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Daniel Harding
Daniel Harding

La stagione concertistica 2025-2026 dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia è stata presentata alla stampa dal presidente Massimo Biscardi in una conferenza stampa a cui sono intervenuti anche il direttore musicale Daniel Harding, il sottosegretario alla cultura Gianmarco Mazzi e il sindaco Roberto Gualtieri.

Biscardi, nominato presidente nel febbraio di quest’anno, ha esordito precisando che, dato l'anticipo con cui si deve fare la programmazione, avrebbe presentato un programma preparato in realtà dal suo predecessore Michele Dall’Ongaro e da lui pienamente condiviso. In particolare ha sottolineato l’altissima qualità dei direttori d’orchestra, che ben poche altre orchestre possono vantare (per verificarlo basta fare un giro nei siti delle principali orchestre mondiali). Ha anche illustrato alcune sue iniziative intese a far sentire più vicine alla città l’Accademia e la sua sede del Parco della Musica e anche ad attrarre un maggior numero di turisti.

Il direttore musicale Daniele Harding dirigerà otto concerti (tutti i programmi verranno ripetuti tre volte, di norma giovedì, sabato e domenica) a cominciare dall’inaugurazione della stagione il 23 ottobre con La Valchiria  in forma non semiscenica ma pienamente scenica: la regia sarà di Vincent Huguet e si avvarrà di un impianto scenico di Pierre Yovanovich che sfrutterà gli spazi dell’auditorium dalla pedana dell’orchestra fino al soffitto. Poi Harding proseguirà l’integrale delle Sinfonie di Mahler, di cui in questa stagione eseguirà la terza e la quarta. Un concerto sarà dedicato alla Creazione  di Haydn, mentre gli altri suoi concerti hanno programmi antologici. Harding stesso ha definito “incredibile, un miracolo” il ventunenne pianista coreano Yunchan Lim, con cui eseguirà il Concerto in sol  di Ravel. 

L’amatissimo Antonio Pappano, ora direttore emerito dell’Orchestra, dirigerà due concerti, il primo con musiche di Mozart e Bruckner e il secondo di Šostakóvič (con Leonidas Kavakos al violino) e Schubert. Tutti gli altri dirigeranno un solo programma a testa. Torneranno alcuni ospiti abituali di Santa Cecilia: sono (in ordine cronologico) Tugan Sokhiev, Manfred Honeck, Daniele Gatti, Myung-Whun Chung (Messa da Requiem  di Verdi), Semyon Bychkov, Jakub Hrusa. Alcuni altri hanno già diretto a Roma ma solo sporadicamente: John Adams (dirigerà musiche proprie e di Copland), Lorenzo Viotti, John Elliot Gardiner (per lui questa volta niente barocco ma Schumann, Prokof’ev e Sibelius), Riccardo Minasi (Passione secondo Matteo  di Bach), Charles Dutoit (La damnation de Faust  di Berlioz). Debutteranno a Santa Cecilia alcuni dei direttori più in vista della nuova generazione: Alexander Soddy attualmente Generalmusikdirektir del Nationaltheater di Mannheim (concerto dedicato a Fauré e Ravel), Petr Popelka direttore principale dell’Orchestra Sinfonica della Radio di Praga, Joana Mallwitz direttrice principale e artistica della Konzerthausorchester di Berlino, Cristian Macelaru direttore musicale dell’Orchestre National de France e della Cincinnati Symphony Orchestra. Un caso a parte è Rinaldo Alessandrini, che a Santa Cecilia ha già diretto varie volte il suo ensemble Concerto Italiano ma questa volta dirigerà per la prima volta l’orchestra di casa in un programma Vivaldi-Bach. Una citazione speciale merita Theodor Currentzis, che finora si è ascoltato a Roma con la Utopia Orchestra e che quest’anno tornerà con la sua orchestra per un concerto fuori abbonamento (Concerto per violino di Berg con Vilde Frang come solista e Sinfonia n. 1 di Mahler) ma anche dirigerà per la prima volta i complessi romani (Sinfonia n. 13 “Babi Yar”, impressionante e tragico capolavoro di rara esecuzione di Šostakóvič).

Abbiamo nominato alcuni solisti ma l’elenco è molto più lungo. Come sempre primeggiano i pianisti, tra cui si alterneranno nomi notissimi ed altri nuovi per Roma: Jean-Frederic Neuburger (Fantasia corale di Beethoven con Sokhiev sul podio), Seong-Jin Cho (Concerto n. 1 di Čajkovskij con Honeck), Bezhod Abduraimov (l’immancabile Rach3  con Valcuha), Lukas Sternath (il Concerto di Schumann con Gatti), Hélène Grimaud, Daniil Trifonov (Concerto n. 2 di Brahms con Harding), Alessandro Taverna, Igor Levit (Concerto n. 1 di Brahms con Harding), Emanuel Ax, Kirill Gerstein. Inoltre i violinisti Augustin Hadelich (Concerto di Čajkovskij), Gil Shaham (prima esecuzione italiana del Concerto per violino n. 7 del cinquantacinquenne compositore ucraino-americano Alexey Shor) e Kazren Gomyo (Concerto di Mendelssohn). Infine il violoncellista inglese Sheku Kanneh-Mason nel Concerto di Elgar.

La stagione sinfonica offre ventotto concerti in abbonamento, mentre venti sono quelli della stagione da camera, che sarà inaugurata da un trio d’eccezione, che riunisce tre solisti del calibro di Lisa Batiashvili, Gautier Capuçon e Jean-Yves Thibaudet. Seguono due concerti di musica barocca: Mark Minkowski dirige Les Musiciens du Louvre nei Concerti grossi op. 3 di Haendel mentre il Coro dell’Accademia di Santa Cecilia e l’Orchestra Ghisleri diretti da Giulio Prandi eseguiranno musiche sacre di Alessandro Scarlatti nel tricentenario della morte del compositore palermitano. Come ha sottolineato Biscardi, si è voluto dare spazio e attenzione speciali alla prassi esecutiva del Seicento e Settecento: saranno infatti ospiti di Santa Cecilia anche il Monteverdi Choir e gli English Baroque Solists diretti da Cristophe Rousset nel Messiah  di Handel e la Cappella Neapolitana diretta da Antonio Florio con un concerto dedicato a Niccolò Piccinni. 

Come sempre è folta la schiera dei pianisti, a cui è riservato un terzo abbondante della stagione cameristica: sono Andras Schiff (col suo programma a sorpresa “carta bianca”, i cui brani saranno annunciati sul momento), Andrea Lucchesini, Beatrice Rana, Vikingur Olaffson, Grigory Sokolov, Arcadi Volodos e Lang Lang (Mozart e Beethoven e un salto in Spagna con Albéniz e Granados). Inoltre la violinista Isabelle Faust in duo col pianista Alexander Melnikov e i violoncellisti Gautier Capuçon e Kian Soltani in duo rispettivamente con Mirabelle Kajnjeri e Jae Hong Park. Il Quartetto Ebène inizierà con due concerti l’integrale quartettistica di Beethoven, che porterà a termine nel 2027 per il bicentenario della sua morte. Inoltre un gruppo di Archi di Santa Cecilia diretto da Attilio Piovano presenterà un programma che ha al suo centro il Concerto K 414 di Mozart eseguito dalla pianista Gile Bae. Da non perdere il recital del soprano Asmik Grigorian - voce straordinaria e personalità ancor più straordinaria - dedicato a Čajkovskij e Rachmaninoff.

Abbiamo elencato tutti i concerti e i loro interpreti ma quanto alle musiche che verranno eseguite ci siamo dovuti limitare per ragioni di spazio ad alcuni accenni. Uno sguardo d’assieme indica che non si risale indietro nel tempo oltre il Settecento. Questo significa che, nonostante sia stato uno dei fondatori della Congregazione de’ musici di Roma posta sotto la protezione di Santa Cecilia, è completamente ignorato Pierluigi da Palestrina, di cui non solo in Italia ma nel mondo intero si celebra nel 2025 il cinquecentenario della nascita. A predominare sono l’Ottocento e anche il Novecento, ma limitatamente ai suoi primi decenni. Del secondo Novecento ci sono appena un paio di pezzi di Berio - grazie al fatto che si celebrano i cent’anni dalla sua nascita e che inoltre è stato anche presidente dell’Accademia - nel concerto di Andrea Lucchesini e uno di Frederic Rzewski nel concerto di Arciuli. Gli unici compositori viventi in programma sono John Adams (Short rides in a fast Machine  e tre scene dall’opera Nixon in China,  dirette da lui stesso), Arvo Pärt, il già citato Alexey Short e Fabio Vacchi con la prima assoluta di Il tutto in tutti,  un brano commissionato dall’Accademia, che sarà diretto da Harding. Biscardi ha dichiarato che ha intenzione fare di più nel campo della musica contemporanea e che in questa direzione si stanno sviluppando dei progetti insieme a RomaEuropa Festival.

Un capitolo importante è quello delle tournées. Nei prossimi giorni l’orchestra diretta da Kirill Petrenko suonerà alla Scala. A luglio l’orchestra diretta da Harding sarà per la prima volta in Andalusia (Granada e Siviglia) e poi a Ravenna e Ravello. Dal 28 agosto al 7 settembre lunga tournée europea, che toccherà alcuni importanti festival. Poi, sempre con Harding sul podio, dieci concerti in estremo oriente dal 20 novembre al 5 dicembre. Il 9 gennaio concerto al Lingotto di Torino, con Manfred Honeck sul podio. E infine dal 16 al 21 marzo un nuovo tour europeo con Harding toccherà Budapest, Vienna, Monaco e Amburgo. Facendo la somma dei concerti a Roma e in tournée, Harding dirigerà l’orchestra più di quaranta volte: evidentemente ha preso molto a cuore il suo impegno di direttore musicale.

 

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