La scomparsa di Luigi Bellingardi

Il critico musicale, milanese di nascita ma da tempo stabilitosi a Roma, aveva novantadue anni

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Luigi Bellingardi
Luigi Bellingardi

Luigi Bellingardi è venuto a mancare nella notte tra il 3 e il 4 luglio 2023 a Roma, dove si era stabilito da moltissimo tempo. Era nato a Milano novantadue anni fa. Critico musicale e musicologo, è stato un personaggio molto schivo e modesto ma ha avuto un ruolo importante nel panorama musicale italiano per oltre mezzo secolo. In particolare è stato l’iniziatore in Italia della critica discografica condotta con metodo scientifico ed esaustivo: ha scritto  non soltanto innumerevoli critiche di singoli LP e poi CD ma anche e soprattutto fondamentali discografie  assolutamente complete – comprendevano anche quelli che venivano allora definiti dischi pirata, cioè le registrazioni dal vivo pubblicate da case discografiche che agivano ai margini del mercato – di tantissime opere, che si potevano leggere nei programmi di sala dei principali teatri.

Ha collaborato – con recensioni sia discografiche che dal vivo e con analisi e commenti su vari argomenti musicali – con molti periodici, tra cui spicca “Lo spettatore musicale”, fondato nel 1967, che diede uno scossone alla vetusta critica musicale dei grandi quotidiani, dove parole come dodecafonia, serialità, avanguardia ma anche barocco non comparivano mai o venivano accompagnate da anatemi: insieme a Bellingardi vi scrivevano altri giovani critici italiani di quegli anni, tra cui Mario Bortolotto, Duilio Courir, Mario Messinis, Aldo Nicastro, Alberto Pironti, Gianfranco Zaccaro e per il jazz Giampiero Cane, e anche non italiani, come Martine Cadieu e Hans-Klaus Metzger.

“Lo spettatore musicale” ha avuto una vita piuttosto breve, mentre lunghissime furono le collaborazioni di Bellingardi con la rivista inglese “Opera” (dal 1966) , con “Nuova Rivista Musicale Italiana” (dal 1968) e con “Il Mondo della Musica” (dal 1982 fino a poco prima della sua morte). Ma collaborò anche con numerose altre riviste italiane e straniere (la sua conoscenza delle lingue gli permetteva di scrivere direttamente in inglese e tedesco). Tra le italiane citiamo “Il giornale della musica", “La fiera letteraria", “Auditorium", “Banchetto musicale", “Mondo discografico”, “Suonosud", “Pianotime” e si potrebbe continuare. È stato inoltre a lungo il critico musicale dell’edizione romana del “Corriere della sera”. Oltre alla collaborazione a varie enciclopedie, vanno ricordati in particolare due preziosi volumi da lui firmati come autore (Introduzione a P. I. Čajkovskij,  Ed. Mursia, 1990) e  come curatore (Fedele D’Amico: Tutte le cronache musicali per “L’Espresso”,  Ed. Bulzoni, 2000).

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