Il futuro di Santa Cecilia

Daniel Harding assumerà l’incarico di direttore musicale

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La conferenza stampa di presentazione
La conferenza stampa di presentazione

La prossima stagione di concerti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia è stata presentata in una conferenza stampa dal presidente-sovrintendente Michele Dall’Ongaro, con l’intervento del sindaco e dell’assessore alla cultura della regione. Il 2024-2025 sarà l’inizio di una nuova epoca: finita l’era di Antonio Pappano come direttore musicale, inizia quella di Daniel Harding, che col suo italiano non ancora perfetto ma in via di rapido miglioramento è intervenuto per raccontare simpaticamente i suoi primi incontri con l’orchestra romana. Ha fatto il suo debutto a Santa Cecilia nel 1997 ad appena ventuno anni d’età ed è ancora grato all’orchestra per non avergli fatto pesare la sua inesperienza. Poi vi è tornato varie volte ad intervalli di qualche anno e ha sempre trovato la generosa ed entusiastica disponibilità dell’orchestra e del coro, di cui ha potuto seguire anche la sorprendente crescita negli anni della direzione musicale di Pappano. Il 21 ottobre inaugurerà la stagione con Tosca  in forma di concerto: sarà il suo debutto in quest’opera e potrà contare su interpreti del calibro di Eleonora Buratto (che proprio in questi giorni fa il suo debutto nel ruolo a Monaco di Baviera) e Jonathan Teleman (giovane tenore definito “la voce più solare dai tempi di Pavarotti”). L’opera di Puccini sarà registrata e pubblicata in cd dall’etichetta gialla, che in un secondo tempo la renderà disponibile sulla sua piattaforma anche nella versione video. Tra una replica e l’altra di Tosca  Harding dirigerà la Messa da Requiem  di Verdi nella basilica di San Paolo, che sarà anch’essa ripresa dalle telecamere della Deutsche Grammophon.

Nel corso della stagione Harding dirigerà altri cinque programmi, ciascuno con le consuete tre repliche in abbonamento. Il primo, con musiche di Debussy, Prokof’ev (al violino Lisa Batiashvili) e Brahms, andrà poi in tournée a Parigi, Vienna, Lussemburgo e Anversa. Darà inoltre inizio all’esecuzione in ordine cronologico delle sinfonie di Mahler: a questo proposito ha ricordato di aver scoperto Mahler da ragazzo grazie alle registrazioni di Abbado, che poi ha sentito dirigere tante volte Mahler, quand’era suo assistente a Berlino. In questa stagione Harding dirigerà le prime due sinfonie di questo ciclo mahleriano, che sarà completato nelle prossime stagioni. Il primo di questi due concerti, con la Sinfonia n. 1  di Mahler e il movimento Blumine,  che ne faceva parte ma che poi fu espunto, andrà in tournée a Barcellona, Amburgo, Dortmund, Katowice e Francoforte. Nel secondo concerto, accanto alla Sinfonia n. 2  di Mahler dirigerà anche la prima assoluta de Il carro del tempo  di Enrico Scaccaglia, composizione vincitrice del concorso Luciano Berio. Un concerto Harding lo dedicherà interamente alla Scene dal Faust  di Schumann, in un altro dirigerà i Pezzi sacri  di Verdi e la Sinfonia n. 2 “Asrael”  di Suk, che - come ha detto - per lui sarà la realizzazione di un sogno, perché avrebbe voluto dirigerla da tanto tempo ma non se ne era mai presentata l’occasione.

Antonio Pappano, diventato direttore emerito, dirigerà un concerto (dall’anno successivo saranno due) dove presenterà finalmente il Concerto per pianoforte, orchestra e coro maschile di Busoni, già programmato anni fa ma rinviato causa Covid. Anche Jakub Hrusa, che lascerà il ruolo di direttore principale ospite a causa dei suoi impegni come nuovo direttore musicale del Royal Opera House di Londra, dirigerà un concerto, con la pianista Beatrice Rana impegnata nel Concerto in Sol di Ravel e nel Concertino di Eric Montalbetti in prima italiana.

Due concerti ciascuno saranno diretti da Myung-Whun Chung  e Daniele Gatti. Torneranno vari direttori che sono ospiti abituali e molto graditi dell’orchestra romana, quali Semyon Bychkov (Messa in si minore  di Bach), Manfred Honeck, Kazuki Yamada, Tugan Sokhiev e Kirill Petrenko, che chiuderà la stagione con la Sinfonia concertante di Mozart (solisti quattro prime parti dell’orchestra) e la Prima di Brahms: questo concerto sarà poi portato in tournée alla Scala di Milano. Alcuni altri direttori sono ospiti più saltuari di Santa Cecilia , come Gustavo Dudamel (Lo Schaccianoci  di Čajkovskij), Lorenzo Viotti, Daniele Rustioni (Ivan il Terribile  di Prokof’ev), Robert Trevino e Tomas Netopil. Debuttano sul podio dell’orchestra Maxim Emelyanychev, Rudolf Buchbinder (che è già ben noto al pubblico romano come pianista: eseguirà tre Concerti di Mozart), la direttrice finlandese Dalia Stasevska, Thomas Guggeis (con lui debutterà anche il giovanissimo e sensazionale violoncellista Ettore Pagano) e Ottavio Dantone. Inoltre George Benjamin dirigerà in forma semiscenica la sua opera Written on skin,  capolavoro di questo primo quarto del ventunesimo secolo. Unica orchestra ospite sarà Utopia, diretta dal suo discusso direttore e fondatore Teodor Currentzis.

Tra i tanti solisti non si possono non citare Leif Ove Andsnes, Misha Maisky, Joshua Bell (artista in residenza), Bruce Liu e Alexandre Kantorow, che parteciperà a due concerti, con la Rapsodia su temi di Paganini di Rachmaninov (unico brano in programma di quest’autore che negli anni scorsi era il più eseguito a Santa Cecilia) e il Concerto n. 2   di Brahms.

La stagione da camera prevede diciotto concerti in abbonamento e uno fuori abbonamento. S’ inaugura con i sei Concerti Brandeburghesi  di Bach eseguiti dalla Freiburger Barockorchester. Poco dopo La Lira d’Orfeo eseguirà in forma di concerto l’opera Rodelinda  del suo “gemello” Haendel. I King’s Singers presenteranno un programma di carols  natalizi. I pianisti sono diminuiti di numero rispetto alle precedenti stagioni, ma il livello resta molto alto: Daniil Trifonov, Yefim Bronfman, Grigory Sokolov e Igor Levit. I violinisti saranno Joshua Bell (due concerti, uno in duo col pianista Shai Wosner e l’altro con gli ottimi solisti dell’orchestra di Santa Cecilia), Augustin Hadelich, Leonidas Kavakos e Viktoria Mullova (col figlio Misha Mullov-Abbado al contrabbasso in una serata “familiare” intitolata The music we love). Un concerto speciale riunisce due mostri sacri quali Martha Argerich e Misha Maisky.

Due saranno i quartetti, che si allargheranno entrambi a quintetti: al Quartetto Indaco si aggiungerà infatti il pianista Michele Campanella, mentre la giovane Julia Hagen raggiungerà padre e zii nel Quartetto Hagen. Due concerti prevedono l’intervento della voce, solista (Anna Caterina Antonacci in un raffinato programma Ravel, Poulenc, Hahn, Respighi) o in formazione corale (il Coro dell’Accademia diretto da Andrea Secchi in Les nuages,  novità assoluta di Matteo D’Amico, e nel Requiem  di Fauré).

Si sono riuscite a carpire anche alcune anticipazioni sui progetti di Harding per le stagioni successive: realizzerà l’intero Ring des Nibelungen  di Wagner e ogni anno dirigerà un capolavoro della musica sacra in una delle maggiori chiese romane.

Qui il programma completo del 2024-2025.