Il Festival della Valle d’Itria compie cinquant’anni
Nel programma dell’edizione 2024 Bellini, Rota, Händel e la Nona di Beethoven nel suo bicentenario
Il Festival della Valle d’Itria di Martina Franca taglia il traguardo della sua cinquantesima edizione, e lo fa con un ricco calendario di appuntamenti musicali e tre opere, rappresentative di tre diverse epoche e stili musicali.
L’inaugurazione si svolgerà mercoledì 17 luglio (repliche 21, 28 luglio e 2 agosto) nel cortile del Palazzo Ducale con Norma di Vincenzo Bellini, in una nuova produzione diretta da Fabio Luisi, direttore musicale del Festival. L’opera, coprodotta con la Fondazione Petruzzelli di Bari, vedrà protagonista l’orchestra del teatro barese e il suo coro.
Il secondo titolo in cartellone dal 27 luglio a Palazzo Ducale (repliche il 30 luglio, 1 e 4 agosto) sarà Aladino e la lampada magica di Nino Rota, “fiaba lirica” scritta nel 1968 dal compositore milanese che scelse la Puglia come terra d’adozione. Sul podio Francesco Lanzilotta, alla guida dell’Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli di Bari.
Accanto al belcanto belliniano e al Novecento, la terza proposta testimonia l’attenzione al repertorio barocco che è da sempre cifra distintiva del Festival: Ariodante di Georg Friedrich Händel, al Teatro Verdi il 22 luglio (repliche il 25 e 29 luglio) con l’ensemble Modo Antiquo diretto da Federico Maria Sardelli a cinquecentocinquant’anni dalla nascita di Ludovico Ariosto, il cui Orlando furioso è fonte di ispirazione dell’opera handeliana.
E sempre per celebrare un anniversario, fra gli appuntamenti in programma segnaliamo l’esecuzione della Nona Sinfonia di Beethoven a duecento anni dalla composizione, in programma il 3 agosto a Palazzo Ducale, con l’Orchestra e Coro del Petruzzelli diretti da Riccardo Frizza.
L’edizione del 2024 è firmata dal direttore artistico Sebastian F. Schwarz e organizzata dalla Fondazione Paolo Grassi. Il ricco cartellone include come di consueto un nutrito novero di concerti di musica da camera, liederistica e barocca, giornate di studio, una mostra d’arte, incontri con gli artisti e spettacoli di prosa.
I luoghi del Festival sono quelli iconici di Martina Franca: oltre al Palazzo Ducale e al Teatro Verdi, il chiostro della Chiesa di San Domenico, la Basilica barocca di San Martino e le più belle masserie del circondario.
Nelle parole del direttore artistico, Sebastian F. Schwarz, è racchiuso l’orgoglio per l’importante traguardo e l’invito rivolto ai tanti appassionati a celebrarlo in Puglia: “Nel 2024 il Festival della Valle d’Itria festeggia, insieme ad artisti, pubblico e cittadini locali, la sua cinquantesima edizione. Traguardo forse sognato, ma sicuramente mai seriamente contemplato dagli illustri fondatori nel 1975. Invece, la tenacia di chi ci ha creduto, la competenza e la dedizione di chi ci ha lavorato, il coraggio e la qualità delle scelte e delle prestazioni artistiche, l’attrattività di un territorio ‘baciato dagli Dei’ e la curiosità del nostro pubblico – tutto ciò ha contribuito non solo alla sopravvivenza, ma alla crescita del festival e alla popolarità del territorio della Valle d’Itria”.
Schwarz ha puntualizzato, riguardo alla compilazione del programma: “La commistione di titoli ben noti e ricercati, l’attenzione per le attività collaterali di formazione e masterclass, il teatro, l’esibizione della Banda dell’esercito, l’originale rielaborazione della Vestale di Spontini che si svolge tra piazze e contrade, testimoniano la volontà di abbattere quel diaframma che spesso allontana dai luoghi dove lo spettacolo si svolge per portarlo tra la gente, con lo scopo di propagare bellezza e coltivare il pubblico di oggi e di domani”.
Il programma completo del festival è disponibile sul sito
Se hai letto questa news, ti potrebbero interessare anche
Il concerto sarà trasmesso domenica 22 dicembre in diretta su Rai 1 dopo l’Angelus da San Pietro
Nel 2025 Baden-Baden festeggia i 100 anni di Pierre Boulez, il suo cittadino onorario scomparso nel 2016, con una serie di iniziative fino all’estate
Nuova sede per l’Archivio del Festival di Salisburgo e molti progetti per rendere accessibili e valorizzare i materiali storici della rassegna inaugurata nel 1920