Gli amorosi canti di Giovanni Felice Sances
Un'incisione dell'ensemble Scherzi musicali di Nicholas Achten per riscoprire gli "amorosi canti" del compositore
"È all’età di sedici anni che ho avuto il piacere di leggere Sances per la prima volta: il che vale a dire che la sua musica mi ha immediatamente sedotto. Dunque non sorprende che Giovanni Felice Sances abbia accompagnato l’ensemble Scherzi Musicali fin dai suoi esordi".
Così scrive Nicholas Achten all’inizio del suo testo di presentazione del programma di musiche profane del compositore nato a Roma attorno all’anno in cui venne alla luce la Euridice di Peri, il 1600. Giovanni Felice Sances doveva avere il canto nel sangue, visto che fu corista fanciullo nel Collegio Germanico, e che dalla fine del 1636 entrò a far parte come tenore della Cappella della corte di Ferdinando II d’Asburgo, rimanendo poi al servizio di Ferdinando III e Leopoldo I e divenendo nel 1669 maestro della Cappella Imperiale fino alla morte avvenuta nel 1679. La sua produzione musicale comprende opere, messe, mottetti, salmi concertati, sepolcri (particolare forma di oratorio caro alla corte viennese), cantate e arie.
L’ensemble belga ha registrato una selezione di queste ultime con copie di strumenti storici dell’inizio del Seicento. Si tratta di musiche contenute in tre differenti raccolte a stampa, ossia il secondo e il quarto libro di Cantade, rispettivamente del 1633 e del 1646, “commode da cantarsi sopra Tiorba, Clavicembalo [o Spinetta], Arpa ò altro simile instrumento”, e i Capricci Poetici a una, doi e tre voci del 1649. In questa ultima raccolta nella dedica al nobile veneziano Nicolò Sagredo, ambasciatore presso la corte imperiale, Sances ricorda “quell’antica servitù, ch’in Venetia già molti anni sono le consecrai”, e nella composizione posta alla fine del libro vi è un affascinante “dialogo a tre voci” intitolato L’infortunio di Angelica, che nella ripartizione delle strofe cantate fra Testo, Angelica e Ruggiero ricorda la struttura del Combattimento di Tancredi e Clorinda di Monteverdi. Sia il termine cantata che quello di capriccio non sono da intendersi come gli omonimi generi musicali barocchi, ma piuttosto in senso generale come canzoni e arie prevalentemente monodiche, laddove non si tratti di dialoghi amorosi a due o tre voci.
Nel 1715 Fux a Vienna scriveva “Non conosco nessun maestro di cappella che abbia scritto quanto Sances; la maggior parte della Cappella è piena delle sue composizioni”. Purtroppo il primo e il terzo libro delle Cantade sono andati perduti, ma Achten intende continuare a interpretare e registrare la musica di questo compositore che per il carattere sensuale e affettuoso delle sue musiche, ben messo in evidenza dalla affascinante esecuzione dell’ensemble Scherzi Musicali, merita maggiore attenzione e considerazione.