Il 24 gennaio 2018 è scomparso, all’età di 60 anni, Mark E. Smith, leader e frontman dei mancuniani The Fall; formatisi nel 1976 dopo aver assistito a un concerto dei Sex Pistols, ben presto intrapresero una strada molto personale che li portò a essere visti come uno dei gruppi fondamentali della scena post-punk. Chitarre sferzanti, sezione ritmica spesso affidata al basso e a due batterie, e su tutto la voce di Smith che declama testi oscuri, al punto di spingere il critico Simon Reynolds a parlare di “realismo magico dell’Inghilterra del Nord”.
Personaggio scostante e dal carattere non facile, una sorta di intellettuale della working class, negli ultimi anni Smith ha deciso di diventare sgradevole anche dal punto di vista dell’aspetto fisico, ricordando in ciò lo scrittore francese Michel Houellbecq. Passati attraverso innumerevoli cambi di formazione con Smith come unica costante, in una quarantina d’anni di attività The Fall realizzano 32 album in studio e un altro centinaio tra live e raccolte. Capirete che riassumerli in 10 canzoni è praticamente impossibile, ma farò del mio meglio per evadere la pratica in maniera accettabile.
Ecco dunque 10 canzoni per ricordare la carriera artistica di Mark E. Smith (più una "bonus track").
1. “Repetition” (1978)
L’EP d’esordio si intitola Bingo Master Break-Out, e ho scelto questa canzone perché più tardi si sarebbe capito che era una vera dichiarazione d’intenti: la ripetizione sarebbe stata una costante della loro musica.
2. “Rebellious Jukebox” (1979)
Dall’album d’esordio Live At The Witch Trials (che titolo): il basso del giovanissimo Marc Riley mena la danza, Smith officia un rito pagano e non si riesce a stare fermi.
3. “Flat Of Angles” (1979)
Forse la canzone dei Fall che preferisco, legata a ricordi personali: lo squat londinese dove abitavo era davvero un appartamento fatto di angoli (e di spigoli…).
4. “Totally Wired” (1980)
Singolo uscito per l’etichetta Rough Trade, è diventato un classico delle esibizioni dal vivo del gruppo. Durante l’ultima puntata del 1980 del suo show radiofonico per la BBC, il celebre dj John Peel definì questa canzone e la successiva “How I Wrote The Elastic Man” le due migliori canzoni dell’anno.
5. “How I Wrote The Elastic Man” (1980)
Ancora un singolo targato Rough Trade, una canzone ironica sul cosiddetto “blocco dello scrittore”. Anni fa, al bar della sala dove il gruppo si era esibito, un fan avvicinò Smith e gli chiese: “How did you write 'How I Wrote The Elastic Man'?”. La risposta fu: “Fuck off!”, seguita da un largo sorriso. Impagabile.
6. “Container Drivers” (1980)
Se ancora non si fosse capito, ho sempre avuto un debole per i 7” di questo gruppo. Questo brano è un autentico tour de force, un punkabilly sgangherato ma irresistibile.
7. “Jawbone And The Air-Rifle” (1982)
Dall’album Hex Enduction Hour, un pezzo stop and go e quando prevale il go è un treno in corsa, con un chitarrone che non conosce la pietà e un ritornello da ora di ricreazione di bambini disturbati.
8. “Hey! Luciani” (1986)
“Hey! Luciani, Jesus has gone away”: dai, trovatemi un altro che abbia scritto una canzone sul “Papa dei 33 giorni”. “Hanno realizzato che eri completamente stupido e che non avevano tempo per il tuo cristianesimo”: Smith non aveva certo peli sulla lingua.
9. “Hit The North” (1987)
Secondo Smith è una canzone in stile Sex Pistols, a me sembra di più un country & western lisergico. Un altro classico delle esibizioni dal vivo del gruppo.
10. “Glitter Freeze” (2010)
Damon Albarn coinvolge Smith in questo brano compreso nel fortunato Plastic Beach dei Gorillaz. In realtà lui si limita a pronunciare qualche frase e la canzone non si può certo definire memorabile, ma mi andava di selezionare qualcosa di Smith al di fuori dei Fall. Ci sono altri episodi, anche più rilevanti, ma lo spazio a mia disposizione è quasi finito. Prima però…
11. Bonus Track: "Lost in Music"
“Lost in Music”, una devastante versione del brano delle Sister Sledge (1973), realizzata nel 1993. Ascoltate il suono: quale gruppo ha influenzato? Un piccolo aiuto: il gruppo in questione ha realizzato uno dei migliori album del 2017, secondo la stampa internazionale e anche secondo il giornale della musica.