Da otto anni nome importante nell'offerta musicale sarda, Mare e Miniere torna per il 2015 con nuovi finanziamenti e una nuova filosofia. «Stiamo facendo le cose più in grande» ci ha detto il direttore artistico Mauro Palmas. Negli anni passati il festival, «un grande contenitore che aveva finanziamenti importanti dalla Regione Autonoma» aveva visto finire i fondi. Era rimasto però in piedi, con pochissime risorse, come settimana di seminari.
«Questa formula - continua Palmas - ha avuto un grande successo, abbiamo dimostrato che attività di questo tipo sono fondamentali, e la fondazione Banco di Sardegna ha sposato il progetto per i prossimi tre anni. Si tratta di una base di finanziamento che ci permette di muoverci in modo più rilassato, e contemporaneamente di attingere a vari finanziamenti che permettano di tornare a livelli importanti».
Dunque, si arriva al festival, che punta a valorizzare l'area del Sulcis (nella Sardegna meridionale) con eventi diffusi da giugno in poi. Già previsti, nel programma ancora in corso di definizione, una «cantata di Natale» a dicembre e un concerto di Ginevra Di Marco il 1° agosto a Sant'Anna Arresi: «Tutto il programma delle attività collaterali - spiega Palmas - è ancora in fieri, con l'aggravante delle elezioni che hanno rallentato l'organizzazione».
Per il momento, il nucleo principale di Mare e Miniere è la settimana di seminari che si tiene a Portoscuso, cittadina sul mare cinquemila abitanti a 80 chilometri da Cagliari, dal 28 giugno al 4 luglio. Il corpo insegnanti è quanto di meglio l'Italia possa offrire a livello di musica popolare: fra gli altri, Luigi Lai (il maggior interprete di launeddas, che terrà anche un corso introduttivo allo strumento), Elena Ledda e Simonetta Soro (canto popolare), Nando Citarella (tamburello, tammorra e danze), Pietro Cernuto (flauti di canne, compreso un laboratorio di costruzione!), Nicolò e Simone Bottasso (musica d'insieme), Alessandro Foresti (danze popolari). Durante la settimana di corsi sono previsti eventi tutti i giorni, naturalmente a cura dei docenti, in vari luoghi di Portoscuso.
(informazioni: mareminiere@gmail.com)
Il festival punta ad attrarre turismo culturale in Sardegna al di fuori dell'alta stagione estiva, e a rilanciare una zona depressa: «Portoscuso - spiega Palmas - è un luogo in cui, per la chiusura di una fabbrica di alluminio, molte persone hanno perso il lavoro. È un'operazione importante, in quel territorio, che non cambia la realtà di un paese, ma magari la aiuta».
La filosofia del festival favorisce i luoghi, oltre agli artisti: sentieri naturalistici, location particolari (un «teatro di paglia») raggiungibili con passeggiate naturalistiche: «Non è un contenitore di grandi eventi, ma di eventi che permettono ai luoghi di essere scoperti e capiti. Una vacanza costruttiva: uno impara delle cose, e sta bene con tutti gli altri. Siamo una rassegna in movimento, sempre. Andiamo avanti piano piano, anche perché le energie economiche vanno usate con attenzione».