ECM su Spotify: cinque secondi di silenzio

La ECM si apre per la prima volta alle piattaforme di streaming: il catalogo sarà su Apple Music, Amazon, Deezer e Spotify

Ecm su Spotify, Deezer e Apple Music
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Da questo weekend tutto il catalogo ECM (etichetta che ha iniziato la sua straordinaria avventura nel lontano 1969 e che può contare su un “tesoro” di circa 1500 dischi, che testimoniano i linguaggi del jazz europeo e americano degli ultimi decenni) sarà disponibile sulle principali piattaforme di streaming, Apple Music, Amazon, Spotify, Deezer, Tidal e Qobuz.

Qualche ascoltatore distratto potrebbe chiedere ingenuamente: ah, perché non c’erano ancora?, mentre gli appassionati più pignoli sanno bene quanto l’etichetta di Monaco di Baviera abbia tenacemente resistito a questo passo, forte della propria identità di paladina dell’ascolto di qualità, del bel suono e della necessità di ascoltare in modo appropriato un cd o un vinile per come è stato concepito. Tanto che fino a poco tempo fa non solo non si trovavano i dischi ECM sulle principali piattaforme, ma anche su YouTube erano disponibili principalmente video e audio caricati amatorialmente da privati.
Per non parlare dei siti di downloading illegale, che hanno sempre ampiamente soddisfatto la domanda di coloro i quali non tengono in particolare considerazione le questioni legate al copyright.

Sui social network già si dibatte sulla questione: cosa significa il “cedimento” di ECM alle più diffuse modalità di diffusione oggi della musica? Una battaglia persa?  (Ma persa da chi? Dalla qualità? Dalla storia? Dallo snobismo? Dai “buoni”?). Una in fondo non troppo velata ammissione che tutta la “mistica” coltivata negli anni dall’etichetta sulla purezza e bellezza del suono (“il più bello dopo il silenzio” recitava un fortunato slogan della label) passa in secondo piano rispetto all’esigenza di fare conoscere la propria musica?

Il comunicato stampa parla chiaro: «Nonostante ECM preferisca il cd e il vinile, la priorità è che la musica venga ascoltata. Il catalogo fisico e la paternità originale sono i nostri riferimenti principali: il disco ECM nella sua interezza con la sua firma artistica, la miglior qualità sonora possibile, l’integrità della sequenza dei brani e della drammaturgia, che racconta la sua storia dall’inizio alla fine. […] Era ora importante rendere il catalogo accessibile in un contesto in cui i diritti d’autore sono rispettati».

«Nonostante ECM preferisca il cd e il vinile, la priorità è che la musica venga ascoltata».

Un utente su Facebook, di fronte allo smarrimento di qualcuno all’idea che con solo 5 dollari si possano “comprare” quasi sessant’anni di musica, ha postato questo commento: «la battaglia è davvero eccitante in realtà, se si pensa che ECM sta aprendo le sue porte a nuovi ascoltatori che forse prima non avrebbero potuto conoscere quella musica a causa di valori elitisti. Pensate a una biblioteca. Quanto pagate per la tessera di una biblioteca? E tutto quello che hai a disposizione quando accedi a una biblioteca ti apre la mente, no? Forse ora gli artisti possono avere qualche royalty (sebbene misera) laddove prima con la pirateria non ne avevano alcuna».

Può forse fare sorridere che ECM giunga a queste conclusioni quando per chiunque è normale che un disco sia disponibile anche in una piattaforma di streaming (e le eccezioni sono quasi sempre questione di vezzo personale, vedi il caso di Prince, il cui catalogo è disponibile anche su Spotify ora dopo la prematura morte) ed è ormai evidente che il tipo di rapporto che gli ascoltatori intraprendono con la musica è molto diversificato (l’appassionato del supporto fisico continuerà a comprare i cd o i vinili, chi fruisce della musica attraverso altri mezzi apprezzerà probabilmente assai di potersi riascoltare dei classici di Jan Garbarek o di Dave Holland accanto a molto altro).

Ma si può anche vedere con un pizzico di simpatia il cedimento di questa resistenza, imparando a apprezzare quei 5 secondi di silenzio che precedono ogni prima traccia di un disco (5 secondi di silenzio che su Spotify e dintorni sono una vera rarità) e andando a caccia di vecchi tesori che avevamo magari dimenticato.

Buoni ascolti!

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