Viktorija Mullova, l’eleganza in musica

La Mullova protagonista del Concerto op. 47 Sibelius con la Filarmonica Toscanini diretta da Kristjan Järvi, tra una prima esecuzione di Colasanti e il Quartetto op. 25 di Brahms-Schönberg

Viktorija Mullova - Kristjan Järvi - Filarmonica Arturo Toscanini (foto Luca Pezzani)
Viktorija Mullova - Kristjan Järvi - Filarmonica Arturo Toscanini (foto Luca Pezzani)
Recensione
classica
Parma, Auditorium Niccolò Paganini
Viktorija Mullova - Kristjan Järvi - Filarmonica Arturo Toscanini
08 Aprile 2022

Programma originale e interessante quello proposto l’altra sera all’Auditorium Niccolò Paganini di Parma da parte di una Filarmonica Arturo Toscanini guidata dal direttore ospite principale Kristijan Järvi. Tra una pagina commissionata appositamente a Silvia Colasanti – compositrice in residenza della fondazione Toscanini – e le particolari suggestioni restituite dalla versione per orchestra che Arnold Schönberg ha realizzato del Quartetto con pianoforte in sol minore op. 25 di Johannes Brahms, è stato incastonato il Concerto in re minore per violino e orchestra op. 47 di Jean Sibelius, oasi preziosa che ha visto protagonista la fulgida eleganza interpretativa di Viktorija Mullova.

Silvia Colasanti - Kristjan Järvi - Filarmonica Arturo Toscanini (foto Luca Pezzani)
Silvia Colasanti - Kristjan Järvi - Filarmonica Arturo Toscanini (foto Luca Pezzani)

La serata è stata dunque avviata dall’esecuzione di Notturno, brano di Silvia Colasanti presentato in prima esecuzione assoluta che ha restituito il gusto compositivo di questa autrice, nutrito da una personale miscela di stilemi riconducibili alle evoluzioni delle stagioni delle avanguardie del secondo Novecento da un lato, e dall’altro da una tensione melodica dall’immediata fungibilità che emerge in maniera plastica in alcune oasi che, di volta in volta, affiorano nel dispiegarsi di questa partitura. Un alternarsi di piani espressivi che unisce terse atmosfere tratteggiate tra contrasti timbrici in filigrana e affilate tensioni armoniche, con impasti melodicamente più morbidi e lirici. Un tracciato la cui impronta effettistico-narrativa pareva a tratti richiamare il clima impresso da Bernard Herrmann alle atmosfere di alcuni film hitchcockiani, il tutto disegnato dalla Colasanti con un solido gusto per la scrittura orchestrale.

Viktorija Mullova - Kristjan Järvi - Filarmonica Arturo Toscanini (foto Luca Pezzani)
Viktorija Mullova - Kristjan Järvi - Filarmonica Arturo Toscanini (foto Luca Pezzani)

Altra dimensione quella nella quale siamo stati accompagnati da Viktorija Mullova grazie alla sua lettura del Concerto in re minore per violino e orchestra op. 47 di Jean Sibelius, restituito nella sua articolata originalità dalla cifra interpretativa della violinista di origini russe, che ha confermato anche in questa occasione di saper trascendere una granitica solidità tecnica attraverso una classe interpretativa nutrita di densità timbrica e di eleganza di fraseggio. Nell’attraversare l’originale complessità della celebre pagina del compositore e violinista finlandese, la Mullova ha saputo evidenziarne i caratteri più melodicamente scoperti, così come i passaggi timbricamente più articolati, valorizzando la particolarità formale che caratterizza questa composizione con una affinità espressiva ben assecondata anche dai dialoghi intessuti con la compagine orchestrale. Al di là della chiusa non allineatissima dell’iniziale Allegro moderato, infatti, la direzione di Kristijan Järvi ha saputo ritagliare con sostanziale equilibrio gli interventi orchestrali sulla scia tracciata dal passo che la Mullova ha impresso alla sua trascinante interpretazione, coronata da un bis bachiano per violino solo offerto all’entusiasmo del pubblico.

Kristjan Järvi - Filarmonica Arturo Toscanini (foto Luca Pezzani)
Kristjan Järvi - Filarmonica Arturo Toscanini (foto Luca Pezzani)

La seconda parte del programma è stata quindi occupata dal Quartetto con pianoforte in sol minore op. 25 di Johannes Brahms nella versione per orchestra che Arnold Schönberg ha realizzato nel 1937 durante il suo volontario esilio in California su commissione di Otto Klemperer, che lo ha eseguito con la Los Angeles Philharmonic Orchestra. Più che un arrangiamento, si tratta di una vera e propria riscrittura della pagina brahmsiana grazie alla quale Schönberg reinventa i quattro movimenti attraverso un magistrale gusto orchestrale, capace di arricchire questa pagina con una pregnante e multiforme vivacità coloristica, unita ad una sapiente varietà di combinazioni timbriche. Caratteri che Järvi è riuscito a valorizzare in maniera decisamente efficace grazie al tratto energico e vivace impresso al lavoro svolto con una Filarmonica Toscanini coesa e reattiva, capace di seguire l’ampia gestualità del direttore originario di Tallinn con segno compatto.

Applausi convinti, alla fine, da parte del pubblico presente.

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Madrid: Haendel al Teatro Real

classica

A Roma, prima con i complessi di Santa Cecilia, poi con Vokalensemble Kölner Dom e Concerto Köln

classica

Federico Maria Sardelli e il sopranista Bruno de Sá per un programma molto ben disegnato, fra Sturm und Drang, galanterie e delizie canore, con Mozart, da giovanissimo a autore maturo, come filo conduttore