Una Turandot di sogno, più che da sogno. Calaf si sveglia all’apertura di sipario per ripiombare nel sonno (eterno come le favole?) in chiusura dell’opera (peraltro, avrà preso un sonnifero strong, per potersi addormentare con quel baccano di coro finale intorno). Il lato onirico è la firma della regia di Giorgio Barberio Corsetti, ma qui concepisce sostanzialmente uno spettacolo di impronta tradizionale a cui manca una forte idea di fondo: già, perché non basta proiettare sullo sfondo il faccione ghignante di Turandot o la sovrapposizione in tempo reale dei protagonisti col fondale blu con gli sfondi in movimento (tecnica usata molto meglio nella sua regia della Pietra del paragone di Rossini) per avere una Turandot onirica. Soprattutto, manca il mistero. Componente, questa, che è invece assai presente nella lettura in buca di Valery Gergiev – di cui è noto il tardivo arrivo in fase di prove – tutta votata alle sfumature, al ‘sottovoce’ (fantastico il pianissimo con cui riesce a reggere tutto il “Notte senza lumicino” delle maschere), a un misto di primordiale ed efferato. L’orchestra della Scala, sul tutto, lo segue al meglio con una prova da ricordare, soprattutto nella sezione percussioni e – mirabile dictu – degli ottoni. Inoltre, in questo repertorio il coro della Scala guidato da Casoni non ha rivali. Per i cantanti, invece, il pollice è tendenzialmente verso: Maria Guleghina è una Turandot meno imperiosa di quel che ci si attendeva, ed è riuscita pure a sfumare qua e là qualche frase, ma in generale il personaggio è assente; Marco Berti è un Calaf da Arena, smorzati assenti e vibrato usato per aggiustare l’intonazione, mentre la Liù di Ekaterina Scherbachenko è flebile flebile, quasi di sogno, più che da sogno.
Interpreti: Turandot: Maria Guleghina; L'imperatore Altoum: Antonello Ceron; Timur: Marco Spotti; Calaf: Marco Berti; Liù: Ekaterina Scherbachenko; Ping: Angelo Veccia; Pang: Luca Casalin; Pong: Carlo Bosi; Mandarino: Ernesto Panariello; Principe di Persia; Jaeheui Kwon
Regia: Giorgio Barberio Corsetti
Scene: Giorgio Barberio Corsetti e Cristian Taraborrelli
Costumi: Giorgio Barberio Corsetti e Cristian Taraborrelli
Coreografo: Ricky Sim
Orchestra: Orchestra del Teatro alla Scala
Direttore: Valery Gergiev
Coro: Coro del Teatro alla Scala
Maestro Coro: Bruno Casoni
Luci: Fabrice Kebour