Una Traviata nuova ma non troppo

Una regia attentamente studiata e calcolata in ogni dettaglio guida per mano Carmela Remigio nel suo debutto come Violetta

Recensione
classica
Teatro Massimo V. Bellini Catania
Giuseppe Verdi
03 Gennaio 2004
La facciata di un palazzo ottocentesco attraversa in diagonale tutto il palcoscenico, e da dietro le sue finestre il coro osserva dall'alto in basso la storia di Violetta: è una variante di un'idea già portata in palcoscenico molte volte e non colpisce più, ma non è un gran danno, sia perché l'approccio di Denis Krief alla "Traviata" è intellettuale e non certo effettistico, sia perché nella sua regia ci sono altre idee più nuove, sebbene molto meno appariscenti. Nel gruppetto degli amici ciascuno è individuato acutamente dal tipo fisico, dall'abito, dal comportamento. Alfredo non è il solito bietolone ma acquista un suo carattere più pronunciato: è impulsivo, ardente, sensuale e canta "De' miei bollenti spiriti" abbracciato ai cuscini del grande letto in disordine, che - è facile immaginarlo - ancora conserva l'odore della sua Violetta. Ma è soprattutto lei, Violetta, ad aver diritto alle speciali attenzioni del regista, che, senza fare nulla di rivoluzionario, rinnova qualcosa e lascia qualcos'altro nel solco della tradizione, ma non abbandona nulla al caso, nemmeno il minimo dettaglio. Tutto è esattamente calcolato, talvolta perfino troppo, però l'ultimo atto, che le luci color seppia dello stesso Krief rendono simile a un vecchio dagherrotipo, è poesia pura. Seguendo alla lettera le minuziose indicazioni registiche, Carmela Remigio è perfetta come attrice. Quanto al canto, i suoi momenti migliori sono nell'ultimo atto, quando una voce monocroma, se intelligentemente usata, può diventare ideale per il progressivo allontanarsi delle forze e della vita. Cesare Catani non attraversa un momento di buona forma vocale. Stefano Antonucci si conferma uno dei baritoni verdiani più affidabili oggi in circolazione. Stefano Ranzani dirige in modo non esageratamente pesante e meccanico e manda insieme con discreta approssimazione voci e orchestra. Grande successo, tanto che si è deciso di aumentare il numero delle recite previste.

Interpreti: Remigio/Dell'Oste, Catani/Melani, Antonucci/Balzani, Belfiore/Canettieri, Park/Puglisi, Bolognesi, Mori, Boscolo, Tisi, Peroni

Regia: Denis Krief

Scene: Denis Krief

Costumi: Denis Krief

Orchestra: Orchestra Teatro Massimo "Vincenzo Bellini"

Direttore: Stefano Ranzani/Gianluca Martinenghi

Coro: Coro Teatro Massimo "Vincenzo Bellini"

Maestro Coro: Tiziana Carlini

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