Un'inaugurazione in grande stile, con la messa in scena tradizionale, colossal e minuziosamente realistica di Zeffirelli, che, nonostante tutto, col suo senso del teatro riesce a coinvolgere ancora una volta anche chi ha visto quest'opera decine di volte. Complessivamente molto buona l'esecuzione musicale, ma con qualche concessione di troppo ai facili effetti da parte del tenore.
Una Tosca ipertradizionale è tutto quel che può darci oggi Zeffirelli, per di più senza il talento per il grande teatro e la maestria nei piccoli e nei grandi particolari che aveva un tempo. La sua mano è però sempre riconoscibile nel gusto per il colossal e nell'horror vacui. Eppure Tosca è raccontata da Zeffirelli ancora in modo avvincente e riesce a prenderti come non succedeva più, dopo l'usura di decine di ascolti. Ma il merito è anche dell'esecuzione musicale. Gelmetti nell'opera italiana intorno al 1900 si muove a suo pieno agio: anche quando opta per tempi estenuati o si sofferma a sottolineare un dettaglio orchestrale prezioso, non dà mai l'impressione di perdere il filo del discorso, come talvolta gli capita in altri repertori. Martina Serafin, alle sue primissime prove nell'opera italiana, si rivela cantante di classe: l'abitudine a Mozart e Richard Strauss le dà qualche nota un po' dura e fissa, alla tedesca, ma anche il rispetto scrupoloso delle indicazioni della partitura, e ne viene fuori una Tosca interpretata e costruita scena per scena, viva e credibile in ogni sua parola, molto diversa dalla solita prima donna matronale e sempre sopra le righe. Nonostante l'inevitabile logorio degli anni, Renato Bruson è un grande Scarpia, tanto più perfido perché non minaccia e grida: ogni frase - declamata o finalmente cantabile, come deve essere - è detta in modo insinuante, con un'apparenza di cortesia e perfino d'amabilità. Marcelo Alvarez è il tenore: mediocrissimo attore, acuti luminosi e sensuali ma registro grave già ingrigito e svuotato in modo preoccupante, disinteresse totale per il personaggio e massima attenzione ai facili modi per strappare l'applauso. Canta benissimo la prima parte di "E lucevan le stelle" poi la massacra con acuti a pieni polmoni e corone nella peggiore tradizione, riscuote applausi esagitati dalla claque e fa il bis dopo aver scambiato qualche battuta da avanspettacolo con i suoi fans (argentini?). Il comprimariato è mediocre, con la punta più bassa nel pessimo sagrestano. Ma gli oltre dieci minuti di applausi finali non sembrano immeritati.
PS Questo cast canterà in appena tre delle innumerevoli repliche previste fino alla primavera.
Note: nuovo allestimento
Interpreti: M. Serafin / M. Papatanasiu / O. Dyka, M. Alvarez / G. Gipali / Y. Lee, R. Bruson / G. Surian / M. Buda, F. Facini / M. Ferrara, A. Guerzoni / F. Facini
Regia: Franco Zeffirelli
Scene: Franco Zeffirelli
Costumi: Anna Biagiotti
Orchestra: Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma
Direttore: Gianluigi Gelmetti
Coro: Coro del Teatro dell'Opera di Roma; Coro di Voci Bianche di Roma
Maestro Coro: Andrea Giorgi; Maestro del coro di voci bianche José Maria Sciuto
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