Una nuova idea di Medea

Rappresentata a Roma "Midea (2)" di Oscar Strasnoy, vincitrice del Concorso "Orpheus" del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto

Recensione
classica
Teatro dell'Opera Roma
Oskar Strasnoy
22 Marzo 2001
L'Opera ha portato a Roma "Midea (2)" del trentenne argentino Oscar Strasnoy, nell'allestimento del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, dove quest'opera aveva avuto la sua prima assoluta nel settembre scorso. Il titolo allude chiaramente a Medea, ma fa anche capire che si tratta d'una Medea diversa da quella di Euripide: questa Medea non è un maga e non uccide i propri figli, ma è un'esclusa (un'immigrata?) dalla società, al cui egoismo e utilitarismo spietati contrappone la propria capacità di provare amore e dolore infiniti. L'idea di partenza è ambiziosa ma interessante e non viene inficiata nemmeno dalla discontinuità del testo d'Irina Possamai, che Strasnoy utilizza solo come una traccia su cui la sua musica si muove liberamente, così come la regia si muove liberamente rispetto al testo e alla musica. Per quanto la partitura di Strasnoy - che usa abilmente molteplici registri stilistici, dal virtuosismo vocale neobarocco all'elettronica - abbia una valenza teatrale rara nella musica contemporanea, la riuscita dello spettacolo è da attribuirsi in gran parte a Henning Brockhaus, che ha trasformato quest'opera da camera in una sorta di Musiktheater, in cui confluiscono eterogenei generi spettacolari, dal circo allo spogliarello. La sua è una regia molto "tedesca", nera, dura, tagliente, esigente fino al sadismo nei confronti degli interpreti, costretti a sottoporsi a sforzi e a scomodità impensabili: la protagonista Daniela Ciliberti sta per l'intera opera all'interno d'una sacca di plastica (un enorme utero?) da cui solo a tratti tira fuori la testa, riuscendo anche a cantare con grande controllo e con grande forza espressiva, mentre il sopranista Arno Raunig affronta con sicurezza i vanesi e isterici virtuosmi di Creonte anche aggrappato con le mani a una fune a qualche metro da terra. L'attenta direzione d'Andrea Molino evidenzia la valenza teatrale di questa musica. Insieme a "Midea (2)" è stato eseguito in prima assoluta "Udii la voce, udii il grido" di Alessandro Cusatelli, un melologo per voce recitante, violoncello, percussioni e supporto elettronico: si tratta d'un pezzo da concerto su testi tratti dalla "Medea" di Euripide, commissionato dall'Opera proprio per abbinarlo all'atto unico di Strasnoy. Testi così grandi non hanno alcun bisogno d'un accompagnamento musicale, per quanto piuttosto ben scritto e non del tutto privo di idee, ma reclamano una recitazione migliore di quella di Maria Rosaria Omaggio.

Note: nella stessa serata si esegue "Udii la voce, udii il grido" di Alessandro Cusatelli

Interpreti: Ciliberti, Raunig, Merola, Russotto

Regia: Henning Brockhaus

Scene: Csaba Antal

Costumi: Patricia Toffolutti

Orchestra: Ensemble di Musica Contemporanea dell'Orchestra del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto

Direttore: Andrea Molino

Coro: Coro Lirico Sperimentale dell'Umbria

Maestro Coro: Claudio Fabbrizi

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