Un po' d'Africa a Venezia

Alla Fondazione Cini per riscoprire Bruni Tedeschi

Recensione
classica
Fondazione Giorgio Cini Venezia
03 Novembre 2009
Il mal d’Africa in musica, la nostalgia e il ricordo che fanno incontrare le percussioni africane con la melodia europeissima di un flauto. C’è tutto questo, e molto altro, nella “Messa per la Missione di Nyondo” di Alberto Bruni Tedeschi, pagina che è stata eseguita nella Sala degli Arazzi della Fondazione Cini, sull’Isola di San Giorgio a Venezia, per festeggiare la donazione da parte della moglie e delle due figlie del Fondo Bruni Tedeschi (partiture, libri, epistolario) alla Fondazione. Il compositore, imprenditore e manager musicale (è stato sovrintendente del Teatro Regio di Torino dal 1959 al 1971), la scrisse dopo essere ritornato da un viaggio nel Congo Belga, lì, nella missione di Nyondo aveva ascoltato una messa accompagnata dal ritmo dei tamburi. La prima esecuzione avvenne nel 1953 alla Radio di Amburgo sotto la direzione di Hermann Scherchen. Riascoltata oggi mantiene intatta la forza drammatica di un atto d’amore per l’”Africa indimenticabile, ancora ho te nel cuore” come recitano le ultime parole declamate dalla voce recitante. Il ritmo percussivo è il dichiarato omaggio al sound africano, ma il coro e le tre voci soliste (le parti sono quelle tradizionali della messa in latino) rappresentano la tradizione musicale europea e tra i due mondi non c’è contrasto, ma fusione. Basta ascoltare il toccante dialogo tra flauto e tamburi, il lirismo del violino che crea oasi di riflessione, il canto scandito di solisti e coro che a tratti ricorda Stravinskij, in un crescendo emotivo che culmina con la voce del soprano che, come una lama nel buio, intona “Dona nobis pacem”. Applauditissima la prova dell’Orchestra e del Coro della Radio Televisione Croata sapientemente guidati da Cyril Diederich, con l’efficacissimo apporto di tre giovani voci dalla Repubblica Ceca: il soprano Eva Mullerova, il tenore Martin Srejma e il basso Matej Chadima. Alla voce di Martin Egel il compito di introdurre e chiudere la composizione raccontando le impressioni e le suggestioni del compositore. In prima fila ad applaudire la vedova, Marisa Borini, e le figlie Valeria Bruni Tedeschi e Carla Bruni, la Messa è stata eseguita due volte (la sala ha una capienza di 260 posti) per permettere al maggior numero di invitati di ascoltarla. E ci sono stati anche alcuni ospiti che, snobbando caldarroste e vin brulè offerti sotto le volte del chiostro, sono rientrati in sala per riascoltarla, a testimonianza che il mal d’Africa in musica era riuscito ad emozionarli.

Interpreti: Eva Mullerova, Martin Srejma, Matej Chadima, Martin Egel

Orchestra: Orchestra Sinfonica e Coro della Radio Televisione Croata

Direttore: Cyril Diederich

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