Tuscan Vivaldi
Una serata di sublime Vivaldi e Haendel al Tuscan Sun Festival di Cortona, con Andrea Marcon e la sua Venice Baroque Orchestra, e le voci di Andreas Scholl e Cecilia Bartoli
Recensione
classica
In Provence c'è Peter Mayle, l'inglese che ha scritto un libro, poi tanti libri sul suo amore per quella terra francese, e poi ne è venuto un film di Ridley Scott ("Un'ottima annata"), ma il Festival di Aix-en-Provence c'era già; qui, a Cortona, vicino ad Arezzo e al Lago Trasimeno, è arrivata una signora americana, Frances Mayes, ha scritto un librone romanticone ("Under the Tuscan Sun"), e poi altri libroni romanticoni, e poi da lì è venuto un film bruttissimo, sul suo amore per questa terra italiana, e così altri americani del jet set hanno preso casa qui; tra questi, uno degli agenti musicali piu'influenti oggi, Barrett Wissman, che nel 2003 ha fatto sul cucuzzolo toscano il suo primo festival di "amici" della scuderia IMG Artists. Oggi il Tuscan Sun Festival, con la sola logistica offerta dal Comune di Cortona, e forse imminenti riconoscimenti della Regione Toscana, è uno dei festival dell'estate italiana, che si può permettere nel giro di poche ore di sostituire la défaillance di Anna Netrebko con l'arrivo di Cecilia Bartoli, con baroqueux come Andrea Marcon e i suoi della Venice Baroque Orchestra che reimpaginano completamente un programma passando dal previsto "Stabat Mater" di Pergolesi a un elegante recital del rodato "Trionfo del Tempo e del Disinganno" di Haendel, perla antichista per le colorature della Cecilia, con il sublime Andreas Scholl, che pure lui oplà saltava dall'atteso Pergolesi a un florilegio haendeliano. Marcon e la VBO hanno suonato alcuni dei loro strabilianti Vivaldi, semisconosciuti, con passaggi di mirabolante attualità, con una classe che li mette tranquilli nel bouquet dell'eccellenza antica italiana, accuratamente ignorata dai politici di Governi Regioni Comuni nazionali, competenti - come ci dice Marcon - "soltanto di piano bar".
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classica
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