Turandot è totalmente finta

Henning Brockhaus - con la collaborazione di Ezio Toffolutti per le scene e i costumi e di Maria Cristina Madau per i movimenti coreografici, ha trasformato la Turandot in un ulteriore caso di teatro nel teatro: un'idea tutt'altro che gratuita, che evidenzia la (sia pur contraddittoria) presa di distanza novecentista di Puccini dalla vicenda rappresentata.

Recensione
classica
Teatro dell'Opera di Roma Roma
Giacomo Puccini
29 Luglio 2006
Un gruppo di saltimbanchi arriva nella piazza d'un paese e monta il suo teatrino: non stiamo parlando di Pagliacci ma dell'inizio di Turandot secondo Henning Brockhaus, che poi si spinge ancora oltre, perché i saltimbanchi chiedono ai paesani di collaborare come attori al loro spettacolo e scelgono come protagonisti Puccini stesso e sua moglie, che per coincidenza si trovano proprio lì. Tranne questo dettaglio un po' forzato, non c'è nulla di gratuito in questa regia. Infatti la Turandot di Gozzi si ricollegava esplicitamente alla tradizione dei comici dell'arte e si presentava come una finzione totale, un gioco di maschere, una "favola teatrale". E Puccini ha scelto questa favola non per un capriccio ma per prendere le distanze sia dal romanticismo che dal verismo, sebbene non sia poi riuscito a restare sempre fedele a questo distacco novecentista, perché il suo istinto d'operista italiano lo portava a cercare l'affondo sentimentale e commovente. La regia di Brockhaus ha il pregio di ricordarci sempre che tutto è una finzione teatrale. E - ciò che più conta - questo spettacolo "funziona" magnificamente, senza un solo momento di calo d'interesse. Ottimi protagonisti l'inossidabile Giovanna Casolla (ora la sua carnosa voce latina ha preso qualche durezza metallica, che però si adatta bene a questa donna disumana) e Marcello Giordani (voce lucente e salda). La vocina esile e tremula di Anna Laura Longo ha fatto passare quasi inosservate le due arie di Liù. Bene Timur (Michail Ryssov) e benissimo almeno due dei tre ministri (Filippo Bettoschi e Mario Bolognesi). Benissimo anche la direzione di Alain Lombard, che, sebbene l'acustica si mangi la metà dei dettagli orchestrali, ha preservato l'aggressività ritmica, le armonie aspre, i colori violenti di questa partitura.

Note: nuovo all.

Interpreti: G. Casolla / G. M. Ronge, M. Giordani / C. Ventre, A. L. Longo / C. Barbieri, M. Ryssov, F. Bettoschi / A. Ariostini, M. Bolognesi, A. Orsolini, M. R. Cosotti, A. Noli

Regia: Henning Brockhaus

Scene: Ezio Toffolutti

Costumi: Ezio Toffolutti

Coreografo: Maria Cristina Madau

Orchestra: Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma

Direttore: Alain Lombard

Coro: Coro del Teatro dell'Opera di Roma

Maestro Coro: Andrea Giorgi

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