Steve Reich: il lento fluire dei suoni
Il compositore americano in una nuova produzione firmata dal festival Time Zones di Bari
Recensione
classica
Una trance dell’ascolto. Quando parlava di musica come processo graduale, Steve Reich pensava – come scriveva nel 1968 – alla sensazione creata dal vedere il proprio piede nella sabbia, sulla battigia dell’oceano, mentre si ascoltano le onde che lo sommergono. Tutta la sua musica è un fitto processo sonoro in cui i cambiamenti avvengono molto lentamente, secondo quell’incantatorietà che fa la differenza tra una serie di gesti e il rito. Reich è stato l’ospite di punta della ventitreesima edizione di Time Zones a Bari, un festival che si muove sul filo delle “musiche possibili” e che in questi anni ha collezionato presenze importanti quanto eterogenee (Sakamoto, Byrne, Eno, Sylvian, Veloso, Patti Smith e Lou Reed), oltre ad aver chiuso il cerchio sui minimalisti americani (La Monte Young, Riley e Glass). Ci si sarebbe atteso di più da Reich che si è riservato solo due camei, in “Clapping music” (per due esecutori che usano come percussione il battito delle mani) e nella prima parte di “Drumming”. Per il resto, il lavoro, impeccabile, era affidato agli esecutori dell’ensemble nato all’interno del conservatorio “Piccinni” di Bari, coordinati dal percussionista Luigi Morleo. Compositore egli stesso, con molte esperienze maturate sul versante del minimalismo statunitense, Morleo è stato, insieme a Cossin, già collaboratore di Reich, il regista dell’intera operazione. Sua la scelta della scaletta, che ha riunito cinque brani del decennio tra l’inizio dei Settanta e degli Ottanta: ai due brani già citati si sono aggiunti “Music for mullet instruments, voices and organ”, “Music for pieces of wood” e “Sextet”, quest’ultimo per quattro percussionisti, due pianoforti e tastiere.
Fiorella Sassanelli
Note: Teatro Royal, Bari.
Interpreti: Steve Reich featuring David Cossin and Luigi Morleo David Cossin, Luigi Morleo, Stefano Baldoni, Beniamino Forestiere, Michele Fracchiolla, Filippo Lattanzi e Giuseppe Tria (percussioni), Giuseppe Bini e Domenico Di Leo (pianoforti e tastiere), Gianna Montecalvo, Rossella Antonacci e Cinzia Eramo (voci).
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