Se Rosina è senza smartphone

Il nuovo allestimento di Fanny&Alexander debutta con successo al Teatro Sociale di Rovigo

Il Barbiere di Siviglia
Il Barbiere di Siviglia
Recensione
classica
Teatro Sociale di Rovigo
Il Barbiere di Siviglia
31 Marzo 2023 - 01 Aprile 2023

Il 31 marzo e il 1° aprile si sono tenute le due recite del nuovissimo e sfavillante Barbiere di Siviglia firmato Fanny&Alexander al Teatro Sociale di Rovigo. Lo spettacolo, sviluppato nel segno di una lettura dinamica e legata ai temi del contemporaneo, è molto piaciuto al pubblico in sala. È risultata equilibrata anche la scelta di scritturare cantanti giovani e affiancarli ad interpreti solidi sul panorama internazionale, e dunque piacciono la Rosina di Mara Gaudenzi e il Conte d’Almaviva di Matteo Roma, entrambi appropriati nel delineare vocalmente e scenicamente i personaggi, anche con la distintiva caratterizzazione impressa dalla regia. Il Bartolo di Omar Montanari è il mattatore della serata, con la comicità travolgente che gli è connaturata, in questo caso condita da un pizzico di ipocondria post pandemica, e ben si sposa con il mercuriale Figaro di Alessandro Luongo. Anche Giovanna Donadini nei panni di Berta è ben a fuoco, soprattutto nelle interazioni con il Fiorello di Francesco Toso. Adolfo Corrado è invece un Don Basilio in versione gangster.

Il nuovo allestimento è a cura del duo Fanny&Alexander, ovvero Luigi De Angelis alla regia, scene e luci e Chiara Lagani ai costumi, mai scontati nelle loro scelte. E chi altro è Rosina se non una teenager a cui han tolto la tecnologia? Si ride e si scherza, ma è straziante vederla isolata e obbligata alla solitudine quando dall’altra parte del muro ci sono i coetanei in compagnia che si divertono, ed emerge quanto la sua condizione sia tragica e restrittiva: quasi una Blair di Gossip girl, incastrata in trucco ed abiti seriosi, è cresciuta troppo presto per i suoi anni, oppressa in una casa da cui può sentire le feste altrui e da cui vede la vita degli altri che scorre, essendone però esclusa.

Fuori dalla palazzina in stile Le Corbusier in cui Rosina vive, passa un’umanità variegata – dal rider, alla suora, alla madre con carrozzina, allo spazzino – e basta un gesto o un dettaglio a ricordare temi legati all’ecologia, all’ingiustizia sociale, alla rappresentazione nell’arte delle disabilità (e abbiamo dunque una donna che butta cartacce a terra, episodi di violenza gratuita sui più deboli, una persona cieca). Una nota di merito serve per sottolineare che tali interventi attoriali, che hanno dato risultati accurati e scenicamente efficaci, sono il prodotto dei laboratori di teatro per i ragazzi promossi dal teatro.

L’Orchestra era la Regionale Filarmonia Veneta diretta dal giovane ma deciso Giulio Cilona, che ha dato una lettura musicale improntata sul porgere della parola e la recitazione.

 

 

 

 

 

 

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Un memorabile recital all’Accademia di Santa Cecilia, con Donald Sulzen al pianoforte

classica

La tappa torinese per i sessant’anni della cantante

classica

Successo al Teatro del Maggio per la vilipesa Mavra stravinskijana abbinata all’intramontabile Gianni Schicchi