Se l’Elba incontra il Reno

Il “Rheingold” con la NDR Elbphilharmonie a Baden-Baden

Recensione
classica
Festspielhaus Baden Baden Baden Baden
Richard Wagner
03 Giugno 2017
Un Festival di Pentecoste un po’ sottotono quest’anno al Festspielhaus di Baden-Baden con un’offerta operistica limitata al solo “Rheingold” in forma concertante e in collaborazione con Dortmund, dove questa produzione si è vista qualche giorno fa. L’appuntamento ha comunque molti motivi di interesse, non già per l’opportunità di sperimentare concretamente l’utopia wagneriana del teatro invisibile (niente di più facile in tempi di austerità), ma per la presenza di un complesso prestigioso, l’orchestra della NDR, l’organismo radiotelevisivo pubblico degli stati del nord tedesco, ribattezzata NDR Elbphilharmonie in omaggio alla nuova casa amburghese. E se l’Elba incontra il Reno l’occasione è di quelle da non perdere. Complesso dalla tradizione molto prestigiosa, cementata dall’impegno di direttori musicali come Günter Wand e Christoph von Dohnányi, l’orchestra è guidata oggi da Thomas Hengelbrock, barocchista di nascita, che, pur non allontanandosi dalla grande tradizione, ha lavorato in direzione di un suono più trasparente e “leggero”. Nonostante fosse annunciato per questo appuntamento wagneriano, Hengelbrock ha ceduto il podio al collega Marek Janowski, sostituto wagneriano di prestigio (anche a Bayreuth la scorsa stagione dopo la rinuncia di Petrenko a continuare l’esperienza del “Ring”). Malgrado le tradizioni diverse, anche con Janowski il suono dell’orchestra brilla e si dispiega in tutta la sua potenza (particolarmente gli ottoni), ma senza sacrificare gli interventi solistici strumentali che trovano grande rilievo. Il tutto al servizio di una lettura intimamente teatrale del prologo al “Ring” che, senza sacrificare il suono orchestrale, esalta le voci, altro grande punto di forza di questa produzione. Voci scelte una a una con una precisa idea “drammaturgica” (in questo senso la cura della dizione è esemplare) ma soprattutto senza concessioni al wagnerismo di maniera. Del Wotan di Michael Volle risaltano soprattutto le debolezze dell’uomo più che l’autorità del padre degli dei. Del Loge di Daniel Behle, la scelta più lontana dal cliché wagneriano, la grazia leggera. Dell’Alberich di Johannes Martin Kränzle, che si ritrova con grande piacere sulle scene dopo un periodo difficile, lo straordinario ritratto di un megalomane complessato. Ma bravissimi anche tutti gli altri: il Mime prosciugato di qualsiasi traccia parodistica di Elmar Gilbertsson, la trepidante Fricka di Katarina Karnéus, i baldanzosi dèi minori di Lothar Odinius e Markus Eiche, la scultorea Erda di Nadine Weissmann, l’angelica Freia di Gabriela Scherer, i due giganti di Christof Fischesser e Lars Woldt, e alle leggiadre figlie del Reno di Mirella Hagen, Julia Rutigliano, Simone Schröder. Bella serata di musica, salutata da un grande successo.

Note: Esecuzione in forma di concerto per il Festival di Pentecoste del Festspielhaus di Baden-Baden.

Interpreti: Michael Volle (Wotan), Katarina Karnéus (Fricka), Johannes Martin Kränzle (Alberich), Daniel Behle (Loge), Gabriela Scherer (Freia), Lothar Odinius (Froh), Markus Eiche (Donner), Nadine Weissmann (Erda), Elmar Gilbertsson (Mime), Christof Fischesser (Fasolt), Lars Woldt (Fafner), Mirella Hagen (Woglinde), Julia Rutigliano (Wellgunde), Simone Schröder (Floßhilde)

Orchestra: NDR Elbphilharmonie Orchester

Direttore: Marek Janowski

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