Schubert e Schubert

Muti, i solisti Ruth Ziesak, Anna Larsson, Herbert Lipppert e Adian Herod, i Wiener Sängerknaben, il Coro Maschile della Wiener Staatsoper, i Wiener Philharlmoniker: un magnifico spiegamente di musicisti per piccoli capolavori ingiustamente considerati trascurabili

Recensione
classica
3° Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra Roma
21 Ottobre 2004
Una chiesa enorme piena di ascoltatori attentissimi, quando nel programma non c'è nessun pezzo minimamente popolare, è un bellissimo spettacolo, quindi si paga volentieri lo scotto di un'oretta d'attesa prima dell'inizio, d'un pistolotto d'un prelato animato dalle migliori intenzioni e di un'acustica che fa giungere il suono un po' attenuato ma comunque nitido. Tutti stanno lì per Riccardo Muti e i Wiener Philharmoniker, che presentano un programma di composizioni sacre minori del diciottesimo e diciannovesimo secolo, generalmente gurdate dall'alto in basso da divi del podio e grandi orchestre. Muti sceglie un approccio parzialmente filologico. Infatti le parti soliste di soprano e contralto sono affidate a voci femminili, quelle corali alle voci bianche dei Wiener Sängerknaben, secondo la prassi liturgica dell'epoca. Invece l'orchestra, pur in formazione ridotta, ha dimensioni eccessive per Caldara e per Vivaldi. Ma Caldara non ne risente, perché nella Sinfonia dall'oratorio "Esther" e nello "Stabat Mater" (bellissimo e severo: si capisce perché di lì a pochi anni fece tanto effetto il patetismo melodrammatico dello "Stabat" di Pergolesi) ancora non dà peso a colori ed equilibri orchestrali. Invece non ne esce troppo bene Vivaldi (il suo "Magnificat" è il momento meno felice del concerto), perché la sua scrittura orchestrale colorata e sensuale risulta decisamente appesantita. Molto interessante l'inedito accostamento dei due fratelli Schubert. La "Regina Coeli" di Ferdinand rivela un musicista preparato ma privo di personalità, come ce n'erano dozzine nelle chiese austriache del tempo. Ben diversa la "Messa in sol maggiore" scritta a 18 anni da Franz, già passata quasi inosservata in altre esecuzioni e ora apparsa un dimesso ma commovente capolavoro. Dunque anche queste musiche apparentemente minori hanno diritto ad esecuzioni di qualità assoluta. Un grazie a Muti e ai suoi collaboratori, che se ne sono fatti carico.

Interpreti: Solisti: Ruth Ziesack, soprano; Anna Larsson, mezzosoprano; Herbert Lippert, tenore; Adrian Eröd, basso

Orchestra: Wiener Philharmoniker

Direttore: Riccardo Muti

Maestro Coro: Coro maschile della Staatsoper Vienna e Pueri Cantores "Wiener Sängerknaben"

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