Scala barocca con Leonardo Vinci

Li zite ngalera non appassiona

Li zite ngalera (Foto Brescia e Amisano)
Li zite ngalera (Foto Brescia e Amisano)
Recensione
classica
Teatro alla Scala, Milano
Li zite ngalera
04 Aprile 2023 - 21 Aprile 2023

Nell'ambito del progetto per l'opera barocca italiana, nel 2021 la Scala aveva messo in cartellone e con successo La Calisto di Francesco Cavalli. Quest'anno la proposta di Li zite ngalera è risulata meno fortunata. La commedia in musica di Leonardo Vinci, per la prima volta al Piermarini a tre secoli dalla prima al Teatro dei Fiorentini di Napoli, richiede infatti allo spettatore un notevole sforzo per raggiungere l'ingenuità necessaria per apprezzarne il valore storico.

La partitura risulta abbastanza elementare, soprattutto ripetitiva e alla fine noiosa, mentre il libretto napoletano di Bernardo Saddumene non va oltre una drammaturgia basilare. Con questo, l'esecuzione affidata a Andrea Marcon, specialista del repertorio, è risultata del tutto convincente, per i colori aspri e ben definiti ottenuti dall'organico composto dai musicisti scaligeri esperti di barocco e da La Cetra Barockorchester di Basilea, sistemata non in buca ma quasi al piano della platea.

Di ottimo livello il cast, anche per quanto riguarda la recitazione. In primo piano Francesca Pia Vitale, una Ciomma spregiudicata, fresca di voce, e Francesca Aspromonte nei panni del fedifrago Carlo, dalla vocalità sicura. Mentre Chiara Amarù si destreggia ora come Peppariello ora come Belluccia, senza però la necessaria disinvoltura.

Il regista Leo Muscato ha ambientato la vicenda in una locanda sul porto di Napoli, con continui ammiccamenti alla commedia dell'arte, riempiendo i buchi creati dai lunghi recitativi con controscene e siparietti, che talvolta appesantiscono la vicenda senza facilitarne la comprensione. Il ritmo rimane comunque sostenuto, grazie anche a due presenze fuori dal comune. La vecchia Meneca, impersonata dal tenore Alberto Allegrezza che, oltre a essere a proprio agio nei panni della folle vegliarda a caccia di marito, è anche un ottimo flautista, tanto da sostenere un elegante concertato da solista insieme con l'orchestra.

Una scena di grande efficacia e allegria, quanto quella della tarantella dell'intera compagnia in proscenio nella seconda parte. L'altro funambulo è il controtenore Raffaele Pe, in veste di Ciccariello, capace di sgambettare come un Arlecchino e di voce possente. Il secondo controtenore, Filippo Mineccia, è invece Titta, che per quanto si lamenti d'amore alla fine godrà dei favori della bella Ciomma. Estraneo al gioco del travestimento è invece  Antonino Siragusa, un Col'Agnolo di autorevole presenza e voce, mai disposto ad accettare la sua tarda età.

Al termine dello spettacolo, applausi per tutti, indiscriminatamente.

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